(Teleborsa) - Una indovinata progettazione italiana per i carrelli dei treni merci cinesi e Pechino acquisisce presto quasi l'intera azienda. La preziosa intuizione, che risale al 2013, è stata della Blue Engineering, azienda di Rivoli, della città metropolitana di Torino, che ha permesso ai convogli cargo d Pechino di marciare più veloci sui binari. Una prima felice collaborazione i cinesi di Crrc, che in breve si è trasformata in "intesa" convincendo il colosso asiatico, il più grande costruttore al mondo di materiale rotabile con un fatturato stimato in 27 miliardi di euro, ad acquisire in partnership con altre aziende cinesi ben l'80% della Blue Engineering, società a sua volta specializzata in progettazione e ingegnerizzazione per ogni tipo di veicoli nel settore ferroviario, dai treni ad alta velocità a quelli del trasporto regionale, dalle metropolitane ai tram. Il "giro di affari" di Blue Engineering nel 2016 è stato di 12 milioni di euro. CRRC Co. Ltd ha sede a Tangshanè, città-prefettura della Cina nella provincia dello Hebei.

Il valore dell'operazione non è stato reso noto. Ma è stato dichiarato che l'azienda italiana beneficerà dell'ingresso dei nuovi soci di maggioranza, con una crescità del giro d'affari del 20% nel 2017, fino a raddoppiarlo nell'arco del triennio. Così come raddoppieranno i dipendenti, che dalle 180 unità attualmente in forza che nell'arco di quattro anni dovrebbero superare i 400. L'obiettivo è infatti quello di sviluppare in Piemonte un polo tecnologico della mobilità proprio a partire dal settore ferroviario, abbracciando auto e aerospazio. Riconoscendo infatti le esperienze e capacità di Blue Engineering in questi comparti, la mega società cinese CRRC Tangshan Co. Ltd intende alimentare la diversificazione individuando ulteriori partner sia in Cina che in Italia.

Nel dettaglio l'operazione vede l'ingresso in Blue Engineering di Crrc Tangshan (azienda della holding) di Cmc, costruttore di infrastrutture, e la sede italiana della multinazionale Genertec, operante in ambito tecnologico rispettivamente con quote del 60, del 15 e del 5 per cento. Per ora non si parla di produzione in Italia, anche se l'ipotesi non è da escludere, alla luce dei colloqui in atto tra i due Paesi, pur considerando "una dettagliata analisi dei costi di produzione". Di certo, come hanno sottolineato i nuovi azionisti, questa acquisizione "è un primo passo". L'operazione, come è stato spiegato, ha l'obiettivo di facilitare l'accesso alle tecnologie e ai mercati europei nell'ottica appunto di un sempre più attento sguardo al vecchio continente.

Tra i diversi dossier sotto la lente dei nuovi azionisti cinesi ci sarebbe innanzitutto quello dell'acqua. "Questo accordo - ha commentato il Presidente dell'Unione Industriale di Torino, Dario Gallina - evidenzia che al nostro territorio e al nostro sistema imprenditoriale viene oggi riconosciuta un'eccellenza in campo tecnologico e dei servizi a supporto dell'attività industriale, caratteristica che permette al nostro territorio di competere sullo scenario internazionale. Auspico che la presenza di queste aziende possa fornire un ulteriore decisivo impulso alla nostra competitività, contribuendo ad un autentico upgrade della nostra struttura produttiva e del territorio".