(Teleborsa) - L'estate del 2018 sarà ricordata sui mercati finanziari per il crollo della lira turca e del peso argentino. Due valute che riflettono inevitabilmente difficoltà economiche nazionali, caratterizzate in primis da un'inflazione galoppante.

La lira turca con i suoi scivoloni ha terrorizzato l'intero continente europeo, preoccupato per un contagio soprattutto nel comparto bancario. A poco sono servite le mosse della Banca Centrale turca sui tassi e le rassicurazioni di Ankara.

Situazione a specchio per l'Argentina, che proprio ieri 30 agosto 2018 ha visto la Banca Centrale aumentare i tassi del 15% al 60% per fermare la discesa del peso argentino, portando il costo del denaro al livello più alto al mondo. L'istituto si era precedentemente impegnato a tenere i tassi fermi fino almeno ad ottobre.

Buenos Aires attende con ansia i 50 miliardi di dollari promessi dall'FMI per risollevare l'economia.