(Teleborsa) - Rimasta sullo sfondo del caso Open Arms, dopo lo sbarco dei migranti della nave della ong spagnola nella tarda serata di martedì scorso a Lampedusa, al centro dell'attenzione è ora la questione Ocean Viking. La nave dell'organizzazione francese Sos Mediterranée e di Medici senza frontiere, dopo 13 giorni di navigazione con a bordo 356 migranti, resta ferma in alto mare tra la Sicilia e Malta in attesa dell'autorizzazione allo sbarco.

Sul caso continua il rimpallo di responsabilità all'interno dell'Unione europea sfociato in un braccio di ferro tra Italia, Francia e Malta. L'Eliseo si è detto pronto ad accogliere "un numero importante di migranti" ma conferma il rifiuto a far attraccare la nave in Francia in quanto non si tratterebbe del "porto più vicino". "Bisogna trovare all'Ocean Viking un luogo di sbarco vicino, logicamente Malta o l'Italia, si tratta di un principio giuridico sul quale bisogna tenere duro", è la posizione espressa ieri sera dall'Eliseo. La linea del presidente francese Emmanuel Macron punta, inoltre, a "fare in modo che la ripartizione dei migranti sia divisa fra un massimo di paesi dell'Unione europea".

Mentre la portavoce dell'esecutivo comunitario Natasha Bertaud ha rinnovato l'invito allo "spirito di solidarietà" dimostrato da diversi paesi (Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, e Romania) per l'Open Arms anche per i migranti a bordo della Ocean Viking, la Francia ha lanciato un appello alla Commissione europea affinché continui "a fare pressione sull'Italia".

A bordo della nave, nel frattempo, la situazione diventa sempre più critica. "Abbiamo a bordo 356 sopravvissuti, 356 vite che chiedono umanità. Abbiamo bisogno al più presto di un porto sicuro di sbarco. Il clima a bordo è sempre più teso. Uomini, donne e bambini continuano a vivere in uno spazio ristretto e stanno perdendo la cognizione del tempo", fanno sapere da Medici senza frontiere.