(Teleborsa) - Cinque milioni di soggetti che dichiarano redditi superiori a 35mila euro pagano oltre la metà dell'Irpef, mentre il 45,19% che dichiara le entrate più basse versa appena il 2,62% del totale. È quanto emerge dal rapporto del Centro studi e Ricerche Itinerari previdenziali sui redditi riferiti al 2017 presentato oggi al Cnel secondo il quale il 12% dei contribuenti italiani paga quasi il 58% di tutta l'Irpef.

"In questa percentuale – spiega Mario Mantovani, presidente della Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità (Cida) – vi sono dirigenti, professionisti, manager privati e pubblici, in servizio e in pensione, circa 2 milioni di lavoratori preparati e qualificati che hanno sempre fatto il loro dovere di contribuenti, ma sui quali si accanisce una campagna mediatica che li dipinge come dei privilegiati e sui quali si concentrano sempre nuovi interventi legislativi di riduzione del reddito. Le cifre contenute nell'Osservatorio – osserva – devono far riflettere: la progressività del nostro sistema fiscale è molto accentuata e crea un'evidente sperequazione fra i troppo pochi che versano al fisco e i tanti che non lo fanno affatto o solo per cifre irrisorie". Il rischio, per Mantovani, è che "il nostro sistema di welfare diventi insostenibile".

Nel dettaglio, i contribuenti con redditi lordi sopra i 100mila euro l'anno (circa 52.000 euro netti) sono l'1,13% del totale (467.442) ma pagano il 19,35% di tutta l'Irpef; tra 200mila e 300mila euro si trova lo 0,13% dei contribuenti che versano il 2,99% dell'Irpef mentre sopra i 300mila euro lo studio individua, sulla base dei dati Mef e Agenzia delle Entrate, lo 0,093% dei contribuenti versanti che pagano però il 5,93% dell'Irpef. Se si guarda ai titolari di redditi lordi superiori a 55.000 euro, si vede che il 4,39% dei contribuenti paga il 37% delle imposte sulla persona fisica.

"La prima osservazione da fare riguarda proprio il rapporto dichiaranti/abitanti (pari a 1,468) che, in buona sostanza, dice che il 49,29% degli italiani non ha reddito e risulta, quindi, a carico nella media nazionale – commenta Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e ricerche Itinerari Previdenziali –. La seconda sta invece nella constatazione che, mentre aumentano i contribuenti che presentano la dichiarazione, diminuiscono sia i versanti sia i redditi dichiarati; se si considera però che, nel frattempo, pil e occupazione sono cresciuti, così come l'ammontare totale dell'Irpef versata a quasi sostanziale parità di addizionali regionali e comunali, se ne può dedurre che quelli pagano sono sempre meno, ma di fatto pagano sempre di più, l'esatto contrario del (legittimamente) decantato principio pagare tutti per pagare meno".