(Teleborsa) - Sono enormi i benefici dello sviluppo dell'economia circolare in Europa, in termini di PIL, occupazione, produzione ed anche sotto il profilo ambientale. È quanto emerge dallo studio "Circular Europe. Come gestire con successo la transizione da un mondo lineare a uno circolare", realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel e Enel X anticipato oggi al Forum Abrosetti di Cernobbio. Alla conferenza stampa Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, Francesco Starace, CEO e General Manager di Enel e Francesco Venturini, CEO di Enel X.

Lo studio fa il punto sull’Economia Circolare in Europa, con un focus su tre Paesi - Italia, Spagna e Romania - e misura, attraverso un innovativo modello di analisi, il Circular Economy Scoreboard, i benefici economici, sociali e ambientali associati alla transizione verso un modello di sviluppo circolare.

"Puntare allo sviluppo di un’Economia Circolare rappresenta una straordinaria opportunità per rendere l’Europa più competitiva, modernizzandone l’economia, rivitalizzando l’industria e creando al contempo occupazione attraverso una crescita sostenibile e duratura", ha commentato Francesco Starace, CEO e General Manager di Enel.

"Il mondo si trova ad affrontare grandi sfide. Sono in atto profondi e rapidi cambiamenti economici, climatici e tecnologici che stanno modellando le società e gli stili di vita. Il momento dell’Europa è giunto. L’Economia Circolare ha le carte in regola per divenire un catalizzatore per il bene comune, attorno al quale sviluppare una grande visione per il futuro europeo", dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.

Francesco Venturini, CEO di Enel X, afferma che questa scelta "richiede uno sforzo coordinato, volto a re-immaginare e riconfigurare, in ottica circolare, molti se non addirittura tutti gli schemi produttivi e i modelli di business; come sta accadendo attraverso la riprogettazione e la proposizione di un nuovo modello del sistema energetico, con il graduale abbandono dei combustibili fossili a favore delle rinnovabili e dell’elettricità come vettore per la completa decarbonizzazione di tutti i settori"

Una diffusione a macchina di leopardo

A dispetto degli ambiziosi target del Green Deal europeo e del Circular Economy Action Plan della Commissione Europea, lo sviluppo dell'Economia Circolare in UE è tutt'altro che omogeneo - Italia e Spagna dimostrano un livello di sviluppo medio-alto, mentre la Romania si colloca agli ultimi posti - e molti Paesi europei, come l’Italia, non hanno ancora una roadmap strategica nazionale.

Per misurare la performance nel corso del tempo, il Circular Economy Scoreboard è stato analizzato lungo un arco temporale di 5 anni. La Romania ha mostrato un miglioramento elevato nel corso dell’ultimo quinquennio, la Spagna un progresso intermedio mentre l’Italia si è mossa più lentamente nella transizione verso un modello circolare.

I benefici sono misurabili

Lo studio mette in luce anche i vantaggi della scelta dell'economia circolare: nell'Unione Europea, l’Economia Circolare è correlata a 300-380 miliardi di euro di Prodotto Interno Lordo, 90-110 miliardi di euro di investimenti e fino a 2,5 milioni di posti di lavoro nel 2018.
·
Per l'Italia la correlazione è con 27-29 miliardi di euro di PIL e circa 200.000 posti di lavoro. Per la Romania si misurano 10-12 miliardi di euro di PIL e 20.000 posti di lavoro. Per la Spagna si correla a 33-35 miliardi di PIL e 350.000 posti di lavoro.

Lo studio stima inoltre un effetto sugli investimenti di 8-9 miliardi di euro in Italia, 1-2 miliardi di euro in Romania, 9-11 miliardi di euro in Spagna e un impatto complessivo di 90-110 miliardi di euro nell'Unione Europea nel 2018.

Significativi benefici sono stimati anche sulla produttività del lavoro: circa 560-590 euro per addetto all’anno in Italia, 1.210-1.270 euro per addetto in Romania (il Paese che presenta l’impatto maggiore), 640-670 euro per addetto in Spagna e 570-940 euro per addetto complessivamente a livello europeo.

L’Economia Circolare genera poi importanti benefici ambientali, derivanti dall'impiego di energie e materie rinnovabili o provenienti da riuso e riciclo, da un design circolare fin dalla fase iniziale e che traguardi i futuri cicli di vita, dall'estensione della vita utile e dall'aumento dell’intensità dell’utilizzo di beni e prodotti.


10 azioni per superare le criticità

Il passaggio dal modello di sviluppo lineare a quello circolare deve però tener conto di alcune criticità.Il Rapporto suggerisce dunque 10 aree di intervento, con specifiche azioni di policy: la definizione di Strategie nazionali; fare leva sulla legislazione per promuovere la transizione circolare; creare condizioni di competitività rispetto alle soluzioni non circolari; utilizzare la finanza come una leva per promuovere la Ricerca e Sviluppo e le buone pratiche; affrontare la mancanza di una definizione chiara e di metriche omogenee ed esaustive; trasformare i modelli di business che generano rifiuti in modelli circolari; promuovere misure trasversali e di coordinamento per tutti i settori interessati; ripensare le città e gli spazi urbani; promuovere la cultura e la consapevolezza circa i vantaggi derivanti dall’Economia Circolare.