(Teleborsa) - Conferma di "opzione donna" rivisitata e "Ape sociale", indicizzazione delle pensioni al 120% e introduzione per l'anno 2023 di "Quota 103". Queste le misure con cui il Consiglio dei ministri punta a scongiurare il ritorno della legge Fornero.
Il nuovo schema di anticipo pensionistico per il 2023 consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica (quota 103). Per chi decide di restare a lavoro decontribuzione del 10%.
Prorogata per il 2023 "Opzione donna con modifiche": in pensione a 58 con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. Confermata anche Ape sociale per i lavori usuranti.
Per la flessibilità in uscita dovrebbe essere stanziato nel complesso circa un miliardo mentre i risparmi della stretta sulla perequazione delle pensioni più alte dipenderà dalle soluzioni scelte. Potrebbe valere circa 1,5 miliardi se si riducesse il recupero dell'inflazione dal 75% al 50% per le pensioni superiori a cinque volte il minimo, cioè a 2.621 euro lordi al mese. Ma potrebbe anche superare i tre miliardi se si tagliasse al 50% anche la perequazione delle pensioni tra le quattro e le cinque volte il minimo (tra i 2.097 euro e i 2.621). Questo se si decidesse il taglio netto sull'intero assegno. Ma non sono escluse anche soluzioni meno tranchant. I risparmi sarebbero minori se il taglio si facesse solo per la parte di pensione che eccede i 2.097 euro, in pratica applicando una franchigia per la parte di pensione fino a quattro volte il minimo: si risparmierebbe così 1,45 miliardi. Un'ulteriore limatura ci sarebbe, a 1,41 miliardi, con la stretta che metta una franchigia sull'assegno fino a cinque volte il minimo.
Per Quota 103 le risorse da stanziare per il 2023 dovrebbero essere intorno a 700 milioni per una platea totale di circa 47mila persone. Ma è probabile che le uscite reali si fermino alla metà della platea, meno di 25mila persone quindi, soprattutto se si deciderà per il divieto di cumulo con il lavoro come è stato previsto per Quota 100. In quel caso a fronte di una platea di un milione di persone con i requisiti nel triennio 2019-2021 ne sono uscite circa 380mila. Il divieto di cumulo con il lavoro dovrebbe essere però "ammorbidito" con la possibilità di avere redditi dal lavoro annui per importi fino a 5mila euro (senza la definizione di lavoro occasionale). La cifra da spendere per questa Quota 103 che sostituirebbe la Quota 102 che si esaurisce a fine 2022 raddoppierebbe nel 2024 con circa 1,4 miliardi di spesa dato che con la finestra mobile le persone riceveranno i primi assegni solo da aprile 2023 (da luglio i pubblici). Per alcuni il pensionamento arriverà anche più avanti nel caso i requisiti si perfezionino nel corso dell'anno. Le coorti che saranno interessate alla misura sono solo quelle del 1960 e 1961 (quindi 62 e 63 anni) perché quelle più anziane sono già uscite con quota 100 (il 1959 con 62 anni nel 2021) e le più giovani saranno ancora bloccate. Chi infatti avrà nel 2023 64 anni di età e 41 di contributi ne aveva già 62 di età e 39 di contributi nel 2021 e aveva quindi i requisiti per Quota 100.
Pensioni, arriva Quota 103. Prorogata "Opzione donna" con modifiche
Il nuovo schema di anticipo per il 2023 consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica
22 novembre 2022 - 08.24