(Teleborsa) - Nella riunione di febbraio la Banca centrale europea (BCE) ha attato un aumento di 50 punti base dei tassi di interesse e ha ribadito - con un linguaggio forte - la necessità di aumentare i tassi in modo significativo e a un ritmo costante nel futuro. Ciò è stato integrato dall'annuncio dell'intenzione di aumentare di altri 50 punti base alla riunione di marzo, che è dato per scontato dal mercato a meno dell'emergere di eventi improbabili, un'opinione ribadita anche dal membro del Comitato esecutivo Isabel Schnabel in una recente intervista. C'è però meno chiarezza sui passi successivi e gli analisti si interrogano su quale possa essere il tasso terminale, ovvero il tasso massimo atteso durante il ciclo dei tassi di interesse

Morgan Stanley prevede che, dopo i 50 punti base di marzo, la BCE aumenterà di altri 25 punti base a maggio e si fermerà a giugno, con un tasso terminale del 3,25%. "Un aumento di 50 pb a marzo sembra un affare fatto e ci vorrebbero dati improbabili per cambiarlo - si legge in una nota - Considereremmo un aumento di 25 pb a maggio come un compromesso all'interno del Consiglio direttivo, facilitato, come prevediamo, dai dati che mostrano l'assenza di un ulteriore aumento dell'inflazione core, la bassa crescita del PIL e maggiori prove di un indebolimento della dinamica del credito".

La decisione di non aumentare a giugno dipende in modo cruciale dai dati in arrivo e, secondo la banca d'affari, è necessario che l'inflazione core scenda ad aprile e maggio e una revisione delle proiezioni dell'Eurosistema a giugno, con un'inflazione complessiva che raggiunga il 2% entro il 1° trimestre 2025 al più tardi.

Goldman Sachs prevede invece che la BCE alzerà i tassi di interesse tre volte quest'anno, con il tasso terminale al 3,50% rispetto al 3,25% ipotizzato in precedenza. Oltre a un rialzo da 50 punti base in marzo e a uno da 25 punti in maggio, se ne aspetta un altro da 25 punti in giugno.