Un faccia a faccia di un'ora con l'alleato Matteo Salvini, poi l'incontro a Palazzo Chigi con la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola. Colloqui, quelli svolti ieri da Giorgia Meloni, in cui la premier – con la trattativa "serrata" (e in salita) sul Patto di Stabilità – ha cercato di mettere ordine nel sistema di alleanze in Ue. Il "cordiale incontro", spiega Palazzo Chigi in una nota, è stato "l'occasione per fare il punto sui principali dossier dell'attualità internazionale ed europea. Ucraina e Medio Oriente, ma anche migrazione, allargamento dell'Unione Europea, revisione del Quadro Finanziato Pluriennale Ue e Sicurezza e Difesa in vista del vertice Ue Balcani del 13 dicembre e del Consiglio Europeo del 14 e 15 dicembre 2023". "L'incontro è andato molto bene, abbiamo contatti regolari. Stiamo preparando il Consiglio europeo" ha detto Metsola.
"Io non posso parlare per suo conto, ma – ha affermato Metsola commentando la possibilità di un'alleanza di Meloni con il Ppe – la presidente la conosco molto bene, è una donna molto forte. Quando parla lei si vede che l'Italia conta. È una donna pro-Ue molto forte. Ed è per questo che noi contiamo su di lei. E io conterò non solo sulla sua amicizia ma sulla leadership. Quest'anno l'Italia prenderà la presidenza del G7, sarà un anno molto importante perché potremo vedere la presidente con i suoi ministri nella leadership di questi Paesi".
Con la grana del Mes che incombe, e che bisognerà inevitabilmente affrontare nelle prossime settimane Meloni ha incontrato per un'ora Salvini. "Oggi abbiamo una grande occasione, lo scenario che si potrebbe realizzare è quello in cui in Parlamento europeo si riesce a costruire una maggioranza più compatibile a livello di visione" ha affermato Meloni, senza specificare però il perimetro di questa ipotetica nuova alleanza. La nota dettata da fonti di governo parla di clima "come sempre amichevole" e come 'testimonianza' viene inviata una foto sorridente dei due, al termine di una pausa caffè fuori dal Palazzo. La riunione, riferiscono le fonti, "è stata l'occasione per fare il punto sulla situazione politica e aggiornarsi sui principali dossier. È confermata la piena sintonia per raggiungere tutti gli obiettivi del programma elettorale con l'ambizione di rivincere le elezioni politiche al termine della scadenza naturale della legislatura".
Resta aperta, almeno fino al voto del 6-9 giugno la questione in Europa, con i tre partiti che guidano il centrodestra in Italia che appartengono a tre famiglie diverse a Bruxelles: Ecr per Fdi; Ppe per Fi e Id per la Lega). Una divisione che Meloni teme possa destabilizzare l'esecutivo.