"Innovare è sicuramente la chiave da utilizzare tutte le volte che si ha a che fare con qualcosa di nuovo. La dimensione subacqua è, se
vogliamo, l'equivalente dello Spazio che abbiamo affrontato anni fa", afferma Mauro Piasere, Coo Robotics&Industrialized Solutions Saipem.
Saipem, per eseguire test e dimostrazioni specifici, si appoggia al porto di Trieste, che grazie alle recenti operazioni di cablaggio ad opera di Open Fiber, consente una connettività in banda larga indispensabile per uno sviluppo efficace del progetto.
"Il drone finché è sott'acqua è scollegato ma appena arriva ad un punto di contatto è fondamentale che possa collegarsi e trasferire i
dati. In questo caso i dati di missione ma, – spiega Piasere – anche e soprattutto, i dati relativi a ciò che può avere incontrato, alle problematiche riscontrate, eccetera. Deve essere gestito da operatori che sono molto distanti perché noi non portiamo mezzi navali, non andiamo ad aumentare l'utilizzo di mezzi navali, ma siamo permanentemente assenti sul fondo, per questo è fondamentale poter collegare il mezzo rapidamente con un operatore che magari è 500 km di distanza. Trieste ci offre la possibilità di testare realmente i nostri droni subacquei in un ambiente controllato che ci dà la possibilità quindi di di verificare l'intelligenza artificiale di testare tutti i meccanismi. Un palcoscenico che ci permette di portare clienti internazionali, Marine militari, di far vedere che cosa cosa siamo in grado di fare avendolo sviluppato noi da 25 anni a questa questa parte ed essendo diventati i numeri uno a livello di subacquea".