(Teleborsa) - La tassazione sul lavoro ha portato gli introiti fiscali dei Paesi membri dell'Ocse a un livello record nel 2024. È quanto emerge dal rapporto sulle "Statistiche degli introiti pubblici 2025" pubblicato oggi dall'organizzazione parigina.

Secondo il documento Ocse, il rapporto medio tra Imposte e Pil nei 36 Paesi dell'Ocse è arrivato al 34,1% nel 2024, in aumento di 0,3 punti, dopo due anni di calo consecutivo nel 2023 e nel 2022. Negli Stati per cui i dati provvisori 2024 sono disponibili, il rapporto tra imposte e Pil si estende su un raggio molto ampio: dal 18,3 % del Messico al 45,2 % della Danimarca.

Anche in Italia, il rapporto tra imposte e PIL è arrivato al massimo livello degli ultimi anni, salendo al 42,8% nel 2024 contro il 41,5% del 2023% e il 42% del 2022.

L'aumento maggiore nel 2024 è stato osservato in Lettonia, dove il rapporto imposte/PIL è aumentato di 2,4 punti percentuali a causa di un aumento, in percentuale sul PIL, delle entrate derivanti dall'imposta sul reddito delle persone fisiche, dai contributi previdenziali e dall'imposta sul reddito delle società. La Slovenia si è classificata al secondo posto, con un aumento delle entrate fiscali di 1,9 punti percentuali grazie all'aumento dei contributi previdenziali.

La contrazione più marcata del rapporto imposte/PIL nel 2024 (di 2,2 punti percentuali) si è verificata in Colombia. Ciò è dovuto principalmente a un calo delle entrate derivanti dall'imposta sul reddito delle società. Anche Corea e Norvegia hanno visto il loro rapporto imposte/PIL diminuire di oltre un punto percentuale.

Utilizzando un periodo di riferimento più lungo, 31 paesi OCSE presentano un rapporto gettito fiscale/PIL più elevato nel 2024 rispetto al 2010, con gli aumenti più pronunciati in Slovacchia (7,7 punti), Giappone (7,5 punti) e Grecia (7,4 punti). Tra i restanti sette paesi, Irlanda e Ungheria hanno registrato un rapporto gettito fiscale/PIL inferiore, rispettivamente, di 6,0 punti e 2,5 punti rispetto al 2010.

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