(Teleborsa) - Il LARP, il gioco di ruolo dal vivo, non è più un hobby per pochi appassionati o una fissazione per simpatici nerd: sta diventando un fenomeno che genera movimento economico, turismo e ricadute territoriali misurabili. In tutta Europa gli eventi strutturati attirano centinaia di giocatori che restano tre, quattro, a volte cinque giorni in località spesso periferiche, occupano strutture ricettive, acquistano prodotti del territorio e contribuiscono a dare visibilità a luoghi che difficilmente rientrerebbero nei circuiti turistici tradizionali. Non ci sono dati strutturati o stime economiche, ma facendo una stima generica, ogni partecipante investe una cifra che, per LARP di più giorni, si aggira tra i 400 e i 900 euro tra biglietti, trasporti, food e alloggio: una spesa che, su larga scala, trasforma il LARP in un micro-motore economico capace di portare nuova linfa a territori a bassa densità culturale ed eventi che, proprio per la loro natura immersiva, attraggono un pubblico internazionale.
È anche da qui che nasce LARP FORUM 2025, il primo convegno nazionale dedicato al gioco di ruolo dal vivo, in programma dal 12 al 14 dicembre alla Scuola IMT Alti Studi Lucca. Un appuntamento che mette insieme università, istituzioni culturali, associazioni e professionisti, riconoscendo ufficialmente il LARP come un settore emergente in cui convergono performance, formazione, psicologia, arte e ricerca. Per tre giorni il complesso di San Francesco diventerà un laboratorio interdisciplinare in cui studiosi e organizzatori analizzano il medium nelle sue forme più avanzate, dalle applicazioni educative alle sperimentazioni artistiche, fino ai serious game sviluppati in collaborazione con enti pubblici e realtà militari.
Dentro il programma trova spazio anche una riflessione che, nel mondo del LARP, è diventata ormai inevitabile: la sostenibilità economica degli eventi. La talk “Ma ti pagano?”, dedicata alla fragilità strutturale del settore, affronta senza giri di parole il divario tra il valore culturale e sociale prodotto da questi eventi e la difficoltà a renderli economicamente stabili. Il LARP richiede mesi di progettazione, competenze trasversali, logistica complessa, ma nella maggior parte dei casi si regge ancora sul volontariato e su entrate che coprono appena le spese vive. Un paradosso che ricorda da vicino quello di molte produzioni culturali considerate non remunerative, nonostante la loro funzione pubblica e il loro impatto sulle comunità.
LARP FORUM 2025 arriva così in un momento di trasformazione: da un lato il riconoscimento accademico e istituzionale, dall’altro una crescita del pubblico e un’espansione dei contesti in cui il LARP viene applicato, dalla scuola alla formazione, dalla divulgazione scientifica ai percorsi di cittadinanza attiva. È il segno che questo linguaggio, nato come gioco, sta diventando una forma culturale complessa capace di generare valore, economia, pensiero critico e nuovi modelli di partecipazione. E che la domanda “ma ti pagano?” potrebbe presto lasciare spazio a un’altra: “che cosa può diventare il LARP nei prossimi anni?”.
(Foto: Foto di Martina Montenegro)