(Teleborsa) - "Vogliamo la pace, non vogliamo una tregua per concedere una pausa all'Ucraina per prepararsi a continuare la guerra". Attraverso le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, Mosca respinge le richieste di una tregua natalizia in Ucraina. "Ora la questione – ha proseguito Peskov – è se stiamo per raggiungere, come dice il presidente Trump, un accordo o no". Ma se gli ucraini, anziché a un'intesa di pace, puntano a "decisioni momentanee e non praticabili, allora difficilmente siamo pronti a partecipare a questo", ha concluso il portavoce di Vladimir Putin.
Donald Trump, tuttavia, assicura che si è "più vicini che mai" alla pace in Ucraina e Volodymyr Zelensky parla dei "negoziati di pace più intensi e mirati dall'inizio di questa guerra".
Gli Stati Uniti, insieme ai loro alleati, – secondo quanto riporta il New York Times citando funzionari a conoscenza delle bozze dei documenti – hanno predisposto un piano di garanzie di sicurezza per l'Ucraina che prevede un significativo rafforzamento delle Forze Armate ucraine, il dispiegamento di truppe europee nel Paese e un maggiore ricorso all'intelligence americana. Secondo il rapporto, i diplomatici americani ed europei incontrati con i leader ucraini negli ultimi due giorni a Berlino hanno concordato sostanzialmente due documenti che delineano le future garanzie di sicurezza. Sono concepiti per fungere da pietra angolare di un accordo più ampio volto a raggiungere un cessate il fuoco e porre fine alla guerra. I documenti mirano anche a convincere l'Ucraina a cedere determinati territori nell'ambito di un accordo di pace e a rinunciare all'adesione formale alla Nato. Allo stesso tempo, il Nyt osserva che un cessate il fuoco completo rimane per ora fuori portata, poiché la Russia non è parte di questi colloqui e non ha mostrato alcuna volontà di scendere a compromessi.
Per il viceministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov si è "sulla soglia" di un accordo. Ma dai territori alla presenza di truppe Nato, per finire all'uso degli asset russi, i nodi da sciogliere sembrano ancora molti. E, ha avvertito Peskov, la partecipazione dei Paesi europei ai negoziati tra ucraini e americani "non promette bene" in termini di risultati che possano essere accettati da Mosca.
Incertezza anche sugli eventuali contatti in corso tra Washington e Mosca. Trump ha risposto affermativamente ai giornalisti che gli chiedevano se recentemente avesse parlato con Putin. Ma il Cremlino ha puntualizzato che nessuna conversazione telefonica è avvenuta tra i due presidenti dopo quella, resa nota, del 16 ottobre.
Lasciando Berlino dopo gli incontri con gli americani e gli europei, Zelensky ha annunciato che le proposte negoziate saranno finalizzate nei prossimi giorni per poi essere trasmesse a Mosca. Ma ha ammesso che "ci sono posizioni ancora diverse" sul futuro dei territori rivendicati dalla Russia. E Axios ha scritto che rappresentanti americani e ucraini torneranno a vedersi a Miamni, probabilmente nel fine settimana, per studiare la questione sulle mappe, alla presenza di militari.
"Non possiamo assolutamente scendere a compromessi" sulle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Kherson e Crimea, ha affermato Ryabkov in un'intervista ad Abc News. Mentre il leader ucraino ha dichiarato che Kiev "non riconoscerà" nemmeno il Donbass, cioè le regioni di Donetsk e Lugansk, come territorio russo, "né de jure né de facto".
C'è poi la questione delle garanzie di sicurezza occidentali a Kiev. Mosca sospende il giudizio, in attesa di ricevere un testo in cui si capisca se davvero si intende estendere all'Ucraina l'articolo 5 della Nato. Ma sull'invio di una forza multinazionale a conduzione europea – alla quale l'Italia non intende partecipare con proprie truppe – la Russia è chiarissima. "Non sottoscriveremo, accetteremo o saremo nemmeno soddisfatti di alcuna presenza di truppe Nato sul territorio ucraino", ha scandito Ryabkov, chiarendo che l'opposizione riguarda anche il possibile schieramento di forze di Paesi membri della Coalizione dei Volenterosi. Alla luce di questi sviluppi, fonti europee a Mosca ritengono che non sia ancora chiaro se la Russia abbia veramente deciso di seguire la via di questo negoziato, anche se ne osserva attentamente l'evoluzione.
Domani, intanto, la questione dell'utilizzo dei capitali russi congelati sarà affrontata al Consiglio europeo. Il Cremlino ha preannunciato reazioni dure al loro eventuale impiego per continuare a finanziare l'Ucraina, definendolo un "furto". Mentre gli Usa, nel loro originario piano in 28 punti, puntavano a 100 miliardi di questi fondi per finanziare la ricostruzione, a tutto vantaggio di aziende statunitensi, alle quali volevano riservare almeno il 50% delle commesse.
Nel frattempo lunedì a Berlino i rappresentanti ucraini hanno incontrato anche funzionari dell'americana Blackrock, la più grande società di investimenti al mondo.
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17 dicembre 2025 - 09.20