(Teleborsa) - I dati sul PMI manifatturiero di gennaio confermano le difficoltà in cui versa l'economia cinese, dinanzi alla quale si apre un periodo buio di rallentamento della crescita.

Secondo alcune indiscrezioni di Reuters, il partito comunista cinese a marzo taglierà le stime sul PIL di quest'anno al 6,5-7% rispetto al 7% indicato nel corso del Central Economic Work Conference, a metà dicembre. Tale crescita si confronta con il 6,9% del 2015, che rappresentava già il tasso più basso degli ultimi 25 anni.

Pechino aveva già formulato una previsione di crescita minima del PIL del 6,5% annuo sino al 2020, per riuscire a centrare gli obiettivi di crescita previsti per il decennio 2010-2020.

Nell'incontro di metà dicembre degli esperti economici del partito non si era raggiunta l'unanimità circa le previsioni per l'anno in corso, che dovranno necessariamente essere aggiornate, data l'incertezza dell'economia globale e l'impatto non prevedibile delle riforme strutturali poste in essere dal governo.