(Teleborsa) - "Proverò a cercare in Parlamento quella forza per fare le cose che ci chiedono gli italiani. Ci proverò fino all'ultimo, ma partendo dal centrodestra che è la prima coalizione e ha vinto in Molise e Friuli". Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, che ancora una volta ribadisce il proprio no ad un dialogo con il Pd, mentre si dice pronto ad un preincarico, lasciando aperta la porta al M5s. "Non si tratta per il governo con il Pd: si ragiona con i 5 Stelle o altrimenti c'è il voto".

Naufragate le possibilità di un governo M5s-Lega e di un esecutivo M5s-Pd resta l'ipotesi di un governo istituzionale che però non piace al leader del Carroccio. "Il governo istituzionale è stare tutti insieme per non fare nulla". Per guidare il prossimo governo - ha aggiunto - "non dico o Salvini o nessuno, dico che io mi sento pronto per la squadra che abbiamo", il centrodestra. E "se mi accorgessi che c'è qualcuno migliore per dare risposte agli italiani, farei anche 18 passi indietro".

Il segretario della Lega ha detto di voler aspettare le valutazioni venerdì (4 maggio) del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il giorno successivo alla direzione dem (domani 3 maggio), che dopo la chiusura di Renzi al Movimento Cinque Stelle, ha cambiato volto: dal confronto alla resa dei conti.

M5s: subito al voto. Luigi Di Maio, leader del M5s, vista sfumare l'alleanza con il Paritito democratico, lancia un nuovo appello per tornare alle urne a giugno. "Sapevo che non era facile, ma non avrei mai immaginato che fosse impossibile". A questo punto "non c'è altra soluzione, bisogna tornare al voto il prima possibile, poi ovviamente deciderà il presidente Mattarella. Facciamo scegliere i cittadini tra rivoluzione e restaurazione" - ha scritto Di Maio su Facebook - definendo "vergognosa la maniera in cui tutti i partiti stanno pensando tutti al proprio orticello e alle poltrone".

Incertezza in aumento. La prospettiva delle elezioni anticipate mette sotto pressione i bond italiani. Lo spread BTP-Bund è stabile a quota 120, ma andrà monitorato sulla scia degli sviluppi dei prossimi giorni.

Voto a giugno? Mattarella dice no. La situazione è complicata e, il capo dello Stato, è ancora in attesa di ulteriori informazioni e di chiarezza da parte delle forze politiche per chiudere quel puzzle che sembra sempre più assomigliare all'immagine delle urne. Ma il Quirinale dice no alle elezioni a giugno, mentre non esclude quelle di ottobre, anche se le considera l'ultima spiaggia.