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CNEL sollecita proposta per superamento gap di genere nel lavoro

Economia
CNEL sollecita proposta per superamento gap di genere nel lavoro
(Teleborsa) - Il CNEL sollecita il Parlamento a calendarizzare la proposta di modifica dell’articolo 46 del Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, risalente al 2006, con l’obiettivo di ridurre le discriminazioni di genere sui luoghi di lavoro.

La proposta "rappresenta il continuum di un percorso avviato negli anni precedenti e culminato nella costituzione, nell’ambito della Commissione II Politiche sociali e sviluppo sostenibile, del Forum permanente sulla parità di genere, nato per mettere in rete le diverse organizzazioni impegnate su questo tema, in particolar modo quelle che lavorano sui problemi dell’occupazione femminile", ha affermato Gianna Fracassi, vicepresidente del CNEL, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Il testo è composto da un solo articolo che prevede, fra l'altro, l’abbassamento della soglia a 50 dipendenti (non i 100 attualmente previsti) per le aziende pubbliche e private che devono redigere, con cadenza biennale, un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile. Qualora le aziende non trasmettano questo rapporto, l'ispettorato territoriale del lavoro invita le aziende a provvedere entro 60 giorni e, in caso di inottemperanza, applica una sanzione fino all'uno per cento del monte retributivo aziendale. In caso di reiterazione dell'inottemperanza, si applica la sospensione per un anno dei benefici contributivi e fiscali eventualmente goduti dall'azienda.

Nella relazione illustrativa si legge che “A fondamento dell’iniziativa, c’è la constatazione che, ancora oggi, nel mercato del lavoro hanno luogo discriminazioni di genere nel rapporto lavorativo, che ostacolano la piena integrazione degli uomini e delle donne nella vita economica e sociale".

Secondo l’Eurostat in Italia esiste un gap retributivo di genere, parametrato sul salario annuale medio, attorno al 43%, di almeno 2 punti percentuali superiore alla media europea (41,1%). La penalizzazione retributiva colpisce ancor più le lavoratrici madri per le rigidità dell’organizzazione del lavoro e per la inadeguatezza del welfare aziendale: il Rapporto annuale INPS 2018 riporta una perdita del 35% dello stipendio delle donne occupate a seguito della nascita di un figlio.
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