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Arte, Van Gogh in mostra a Palazzo Bonaparte: 50 capolavori dal Kröller-Müller di Otterlo

Siena (Arthemisia): "Prosegue partnership con Generali Valore Cultura per rendere l'arte accessibile a tutti"

Cultura, Economia
Arte, Van Gogh in mostra a Palazzo Bonaparte: 50 capolavori dal Kröller-Müller di Otterlo
(Teleborsa) - Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, dall'8 ottobre 2022 al 26 marzo 2023 Palazzo Bonaparte ospita la grande e attesa mostra dell'anno dedicata al genio di Van Gogh. Attraverso le sue opere più celebri – tra le quali il suo famosissimo Autoritratto (1887) – la mostra racconta la storia dell'artista più conosciuto al mondo.

La mostra di Roma, attraverso 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo – che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh e tante testimonianze biografiche, ne ricostruisce la vicenda umana e artistica, per celebrarne la grandezza universale. Un percorso espositivo dal filo conduttore cronologico e che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur- Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.

Con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma - Assessorato alla Cultura e dell'Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti. La mostra vede come main sponsor Acea, sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, mobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner Urban Vision ed è consigliata da Sky Arte. Il catalogo è edito da Skira con saggi a cura di Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Villanti.




"La partnership con Generali – ha spiegato Iole Siena, presidente del Gruppo Arthemisia – è nata ormai diversi anni fa. Ci siamo incontrati su un terreno comune a cui teniamo entrambi tantissimo ossia l'accessibilità alla cultura per tutti. È un fondamento che abbiamo condiviso da subito con Generali. Credendo fortemente nel valore della cultura come accrescimento sociale, in questi anni abbiamo lavorato molto nel progetto Valore Cultura che abbiamo portato avanti in tante città d'Italia e, dal 2019, ulteriormente concretizzato aprendo al pubblico Palazzo Bonaparte, un palazzo meraviglioso al centro di Roma di proprietà di Generali. Oggi questo è diventato uno dei luoghi più importanti per la cultura e per l'arte a Roma, in Italia e per il mondo intero. Siamo orgogliosi e molto riconoscenti a Generali per il lavoro che abbiamo potuto fare insieme. Palazzo Bonaparte ospita continuativamente grandi mostre: abbiamo ospitato una grande mostra sugli Impressionisti segreti, un'altra grande mostra di arte contemporanea dedicata a Jago, oggi questa mostra stupenda su Van Gogh. Abbiamo in programma moltissime altre mostre, il 2023 sarà pieno di sorprese che ancora non posso svelare. Posso dire, però, che ci saranno in qualsiasi giorno dell'anno grandi eventi culturali. Nel periodo Covid il settore dell'arte, della cultura e delle mostre è stato uno dei più colpiti e danneggiati. Mi sento, però, di dire che forse proprio la mancanza dell'arte, della cultura e dei musei abbia fatto ulteriormente accrescere la consapevolezza di quanto sia importante per tutti vivere l'arte e la bellezza. Oggi assistiamo a un grande ritorno del pubblico nei musei, nelle mostre. Un pubblico forse più consapevole di prima".

LA MOSTRA –
Dall'appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza allo studio sacrale del lavoro della terra scaturiscono figure che agiscono in una severa quotidianità come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente a mansioni domestiche o affaticate a trasportare sacchi di carbone o a scavare il terreno; atteggiamenti di goffa dolcezza, espressività dei volti, la fatica intesa come ineluttabile destino. Tutte queste sono espressione della grandezza e dell'intenso rapporto con la verità del mondo di Van Gogh. Particolare enfasi è data al periodo del soggiorno parigino in cui Van Gogh si dedica a un'accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante. Si rafforza anche il suo interesse per la fisionomia umana, determinante anche nella realizzazione di una numerosa serie di autoritratti, volontà di lasciare una traccia di sé e la convinzione di aver acquisito nell'esperienza tecnica una fecondità ben maggiore rispetto al passato. È di questo periodo l'Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l'immagine dell'artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un'insolita fierezza, non sempre evidente nelle complesse corde dell'arte di Van Gogh. I rapidi colpi di pennello, i tratti di colore steso l'uno accanto all'altro danno notizia della capacità di penetrare attraverso l'immagine un'idea di sé tumultuosa, di una sgomentante complessità. L'immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi cromatici e il cromatismo e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura. Ecco quindi che torna l'immagine de Il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore. E così Il giardino dell'ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l'aspetto di un intricato tumulto, mentre lo scoscendimento di un Burrone (1889) sembra inghiottire ogni speranza e la rappresentazione di un Vecchio disperato (1890) diviene immagine di una disperazione fatale.












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