(Teleborsa) - La c
risi innescata dalla pandemia di Covid-19 non lascerà indenne il
settore bancario, che si troverà a confrontarsi con un
volume maggiore di crediti deteriorati (NPL), attorno ai livelli raggiunti alla fine della crisi finanziaria del 2008. Questa volta però
non si attendono ripercussioni importanti, perché il settore bancario ha "risanato" i suoi bilanci ed è entrato nella crisi da Covid-19 con
margini patrimoniali più solidi.
E' quanto sottolinea
l'European Banking Authority in uno studio intitolato "Il COVID-19 sta ponendo sfide senza precedenti alle banche dell'UE", che si propone di valutare l'impatto preliminare della crisi innescata dall'emergenza sanitaria sul settore bancario. "Con l'economia globale che affronta sfide senza precedenti - si sottolinea - le banche sono entrate nella crisi sanitaria con
ampie riserve di capitale e liquidità ed hanno gestito la pressione esercitata sulla loro attività operativa attivando dei
piani di emergenza".
"La crisi dovrebbe
incidere sulla qualità degli attivi e, quindi,
sulla redditività futura delle banche. Ciononostante, il capitale accumulato dagli Istituti di credito negli ultimi anni, unito alle regole di capitalizzazione meno stringenti, hanno elevato gli
indici di patrimonializzazione in media
5 punti base al di sopra dei requisiti minimi".
"Questa riserva di capitale - sostiene l'EBA - dovrebbe
consentire alle banche di resistere alle potenziali perdite del rischio di credito", che dovebbero ammontare al 3,8% degli asset a rischio (Risk weighted assets o RWA), Pertantom, nello scenario peggiore, il settore bancario dovrebbe in media contare su un
capitale sufficiente per coprire potenziali perdite, mantenendo un
buffer di 1,1 punti al di sopra del requisito minimo".
L'Authority ha affrontato anche il tema delle
garanzie statali offerte da molti Stati membri sui nuovi prestiti e delle
moratorie sui mutui, stabilendo che
potrebbero mitigare l'impatto della crisi sulle banche ed evitare che esposizioni a rischio vengano automaticamente classificate come inadempienti.
L'EBA raccomanda comunque alle banche di mantenere una corretta valutazione del rischio e sottolinea che l'impatto sarà variabile a seconda del capitale iniziale e dell'esposizione verso i più colpiti dalla crisi.
Oggi anche la BCE si è occupata del settore bancario, in uno studio a firma di Sándor Gardó, Maciej Grodzicki e Jonas Wendelborn, relativo agli effetti delle
raccomandazioni formulate da Francoforte alle banche di
non distribuire dividendi e non avviare buyback. Dall'analisi emerge che, se da un lato, questo ha consentito alle banche di rafforzarsi ed
accantonare gli utili per assorbire le perdite e sostenere l'economia reale, dall'altro, l'accresciuto costo del capitale combinato alla prospettive di non ricevere dividendi rischia di
minare la capacità delle banche di raccogliere nuovo capitale fra i privati.