Facebook Pixel
Milano 26-apr
34.249,77 +0,91%
Nasdaq 26-apr
17.718,3 +1,65%
Dow Jones 26-apr
38.239,66 +0,40%
Londra 26-apr
8.139,83 +0,75%
Francoforte 26-apr
18.161,01 +1,36%

La spending review non frena la spesa delle pensioni

Economia, Welfare
La spending review non frena la spesa delle pensioni
(Teleborsa) - Nonostante gli sforzi profusi con la spending review la spesa pubblica corrente al netto degli interessi è aumentata nell'ultimo anno di 340 milioni di euro, arrivando a toccare la quota di 691,2 miliardi di euro. E' quanto rivela l'analisi elaborata dell’Ufficio studi della CGIA che punta il dito in particolare sulla voce pensionistica/assistenziale che secondo l'associazione delle imprese artigiane di Mestre ha subito un'impennata di 6,1 miliardi di euro.

Alcune voci di spesa - spiega la CGIA sono in calo, ma non quella pensionistica/assistenziale che, al netto del bonus degli 80 euro introdotto dal Governo Renzi per una parte del 2014 e per l’intero 2015, è salita notevolmente.

Guardando alle singole voci , nell'analisi elaborata dell’Ufficio studi della CGIA emerge che tra il 2014 e il 2015, ad esempio, grazie alla riduzione del numero degli addetti e al blocco dei contratti dei dipendenti pubblici, la spesa per il personale è scesa di 1,8 miliardi di euro; i consumi intermedi sono aumentati di 267 milioni di euro; le altre uscite correnti si sono ridotte di 4,5 miliardi mentre le prestazioni sociali in natura, rappresentate quasi interamente dalla spesa e dall'assistenza sanitaria/farmaceutica, sono aumentate di 410 milioni di euro.

Tenendo conto che in questo capitolo sono inclusi anche gli 80 euro erogati dal Governo ai lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, si deduce che tra il 2014 e il 2015, al netto dei 16 miliardi che è costato nel'’ultimo biennio il bonus Renzi, la spesa pensionistica/assistenziale è passata da 320,3 a 323,4 miliardi di euro (+ 3,1 miliardi).

"I dati riferiti al costo delle pensioni – commenta il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – sono in parte condizionati dal trend demografico. Tuttavia, non possiamo disconoscere che le politiche di spesa realizzate negli ultimi quarant’anni abbiano privilegiato, in termini macroeconomici, il passato, ovverosia gli anziani, anziché il futuro, cioè i giovani. Purtroppo, ancora adesso scontiamo gli effetti di un sistema pensionistico che fino agli inizi degli anni '90 è stato molto generoso, soprattutto nei confronti dei lavoratori del pubblico impiego e delle aziende di Stato. E’'altresì corretto segnalare che nella spesa pensionistica le statistiche internazionali riferite al nostro Paese includono anche l’assistenza: tuttavia, anche depurando l’importo complessivo da quest’ultima componente, la spesa totale si ridurrebbe di circa 2 punti, rimanendo comunque nei primissimi posti della graduatoria europea per i costi sostenuti in materia previdenziale".










Condividi
```