(Teleborsa) -
Rosneft, una delle principali
compagnie petrolifere al mondo e primo esportatore russo, "divorzia" dal
petrodollaro e sceglie
l’euro come
valuta di riferimento. L’addio al
biglietto verde statunitense – anticipato nei mesi scorsi da alcune indiscrezioni di stampa – è ormai completo, ha affermato
Igor Sechin, ceo della compagnia russa.
Rosneft l’anno scorso ha esportato petrolio e prodotti raffinati per un valore
di 5.700 miliardi di rubli, pari a 89 miliardi di dollari o 80,2 miliardi di euro. Inoltre, con circa
2,4 milioni di barili al giorno venduti all’estero, la società controllata dallo Stato, rappresenta uno dei
maggiori fornitori di greggio del mondo. La
Russia, dunque, prosegue il cammino verso la
de-dollarizzazione, prendendo le distanze dal biglietto verde con l'obiettivo di mettersi il più possibile al riparo dalle
sanzioni imposte dagli
Stati Uniti, presenti e future. "Tutti i nostri
contratti di esportazione sono già implementati in euro. Il potenziale per lavorare con la
valuta europea è molto alto, ha detto Sechin nel corso del XII Forum Economico Eurasiatico di Verona, precisando che
"per il momento si tratta di una misura forzata, per limitare l’impatto delle sanzioni Usa sulla compagnia".