(Teleborsa) - Prosegue la
fase di transizione delle compagnie energetiche e delle utilities verso un modello low carbon, come richiesto dai più ambiziosi target dell'UE al 2030 e
dall'accordo di Parigi sul Clima.
Fattori che nell'ultimo quinquennio hanno condizionato i bilanci delle compagnie energetiche europee,
riflettendosi negativamente sulla generazione di utili, anche per effetto delle
svalutazioni, più ingenti per le società “carbon intensive” (petrolifere), e spingendo verso un processo di rimodulazione degli investimenti verso le fonti rinnovabili ed il gas (ricomposizione energy mix). A ciò si è aggiunta la
pressione al ribasso sui prezzi dell'energia causata dal calo della domanda.
Il 2017 potrebbe essere considerato però un anno di svolta. La situazione italiana è speculare a quella europea, quest'anno le energy firm tricolore sono state colpite da
minori svalutazioni di asset che hanno favorito una maggiore generazione di profitti. Inoltre, le società energetiche hanno beneficiato di un progressivo
recupero dei prezzi (elettricità, gas e petrolio) innescato dalla ripresa della domanda, complici più favorevoli fattori climatici (gelo dei primi mesi dell'anno ed afa estiva). Vi sono anche altri eventi che hanno condizionato l'offerta e, quindi, i prezzi: il fermo delle centrali nucleari francesi nei primi mesi dell'anno, la siccità estiva che ha impattato sulla produzione idroelettrica, i
tagli implementati dall'OPEC che hanno fatto risalire i prezzi del greggio dai minimi storici. Il tutto è risultato in una
crescita della redditività operativa.
Il report considera
le prime 10 società energetiche quotate in Borsa, con un mix suddiviso fra utilities, oil company e società operanti nel settore del gas oltre che nelle rinnovabili:
A2A,
Acea,
Enel,
Eni,
Hera,
Iren,
Italgas,
Saipem,
Snam,
Terna.
Il fatturato Fatturato | 9M 2016 | 9M 2017 | Variazione % |
A2A | 3.482 | 4.261 | 22,4 |
ACEA | 2.048 | 2.038 | -0,5 |
ENEL | 51.459 | 54.188 | 5,3 |
ENI | 40.539 | 50.099 | 23,6 |
HERA | 3.616 | 4.028 | 11,4 |
IREN | 2.228 | 2.614 | 17,3 |
ITALGAS | 779 | 835 | 7,2 |
SAIPEM | 7.855 | 6.873 | -12,5 |
SNAM | 1.861 | 1.896 | 1,9 |
TERNA | 1.551 | 1.627 | 4,9 |
COMPLESSIVO | 115.418 | 128.459 | 11,3 |
Dati in milioni di EuroIl fatturato delle società energetiche considerate è cresciuto di oltre lì11% superando i 128 miliardi di euro alla fine dei primi nove mesi dell'anno.
Al top si posizionano le utilities “pure”, come
A2A che ha visto crescere il fatturato del 22% a 4,2 miliardi,
Hera dell'11% ad oltre 4 miliardi ed
Iren del 17% a 2,6 miliardi. Sotto pressione
Acea che riporta un leggero calo del fatturato (-0,5%), che viene compensato solo dalla variazione di perimetro delle attività (+3%).
Nel settore petrolifero fa molto bene l'Eni con un aumento dei ricavi del 23% sopra i 50 miliardi. Va segnalato invece il calo del fatturato della compagnia ingegneristica
Saipem (-12,5% sotto i 6,9 miliardi) che si trova a confrontarsi con un
contesto sempre “sfidante” per effetto dei minori investimenti delle oil company tradizionali.
Il margine operativo lordo torna a crescere EBIT | 9M 2016 | 9M 2017 | Variazione % |
A2A | 524 | 495 | -5,5 |
ACEA | 378 | 291 | -23,0 |
ENEL | 7.689 | 7.217 | -6,1 |
ENI | 517 | 3.672 | 610 |
HERA | 329 | 358 | 8,8 |
IREN | 281 | 341 | 21,4 |
ITALGAS | 268 | 307 | 14,6 |
SAIPEM | -1.500 | 257 | -- |
SNAM | 1.029 | 1.063 | 3,3 |
TERNA | 817 | 773 | -5,4 |
COMPLESSIVO | 10.332 | 14.774 | 43 |
Dati in milioni di EuroLa
redditività delle compagnie energetiche è
cresciuta complessivamente del 43% a 14,7 miliardi di euro, ma in un quadro perlopiù positivo si evidenziano andamenti a due velocità.
Nel comparto oil va segnalata la
forte crescita dei profitti di Eni a 3,7 miliardi, sette volte superiori a quelli del pari periodo del 2016.
Bene anche Saipem che, forte di una vasta riorganizzazione societaria e di una grande attenzione al profilo dei costi,
riesce a tornare in utile per 257 milioni (nel 2016 accusava una perdita di 1,5 miliardi). Ottima performance operativa per
Iren (+21%) ed
Italgas (+15%).
Giù la profittabilità della multiutility romana Acea (-3%) e della big
Enel (-6%).
Minori svalutazioni fanno lievitare gli utili
Utile netto | 9M 2016 | 9M 2017 | Variazione % |
A2A | 226 | 323 | 42,9 |
ACEA | 201 | 153 | -23,9 |
ENEL | 3.874 | 3.663 | -5,4 |
ENI | -1.385 | 1.330 | --- |
HERA | 142 | 183 | 28,9 |
IREN | 141 | 201 | 42,6 |
ITALGAS | 167 | 213 | 27,5 |
SAIPEM | -1.925 | -57 | --- |
SNAM | 639 | 755 | 18,2 |
TERNA | 487 | 529 | 8,6 |
COMPLESSIVO | 2.567 | 7.293 | 184,1 |
Dati in milioni di EuroLa situazione a livello di utile netto non si discosta troppo dalla performance operativa grazie anche alla minore presenza di svalutazioni. Bene il comparto petrolifero dove
Eni torna in utile per 1,3 miliardi (nel 2013 c'era un rosso di pari ammontare), mentre
Saipem riesce quasi ad azzerare la perdita (-57 milioni dai -1,9 miliardi di rosso del 2016).
Le migliori sono Iren ed A2A con utili in salita del 43%, inseguite da Hera (+29%) ed Italgas (+28%) e
Snam (+18%). Bene anche il gestore della rete elettrica
Terna (+8% l'utile). Scende l'utile di
Acea del 24% a 153 milioni come quello di Enel del 5% a 3,6 miliardi circa.
Debito in tenuta dopo i dividendi Posizione finanziaria netta | Dati dicembre 2016 | Dati settembre 2017 |
A2A | -3.136 | -3.252 |
ACEA | -2.127 | -2.487 |
ENEL | -37.553 | -37.941 |
ENI | -14.776 | -14.965 |
HERA | -2.559 | -2.610 |
IREN | -2.457 | -2.378 |
ITALGAS | -3.617 | -3.728 |
SAIPEM | -1.450 | -1.355 |
SNAM | -11.056 | -11.156 |
TERNA | -7.959 | -7.363 |
COMPLESSIVO | -86.690 | -87.235 |
Dai in milioni di EuroUno sguardo alla posizione finanziaria netta evidenzia una
sostanziale tenuta dei livelli di indebitamento delle energy company, che vedono salire l'indebitamento di poco più di 500 milioni anche dopo il pagamento dei dividendi.
Il debito complessivo ammonta a 87,2 miliardi, in gran parte in capo alla big
Enel (37,9 miliardi) ed in misura minore a
Eni (meno di 15 miliardi) e
Snam (circa 11 miliardi).