(Teleborsa) - Anche
l'Ufficio Parlamentare di Bilancio dà un parziale via libera alla Manovra, che oggi è stata
inviata a Bruxelles con una conferma di previsione del
PIL a +1% e del rapporto
deficit/PIL al 2,3%. Quest'ultimo implica che il governo userà solo tre quarti della flessibilità autorizzata dal parlamento, che indicava un deficit fino al 2,4%.
In precedenza, c'era stata una
clamorosa bocciatura dell'Upb alle stime di crescita contenute nel DEF, ma sembra che a far mutare l'opinione sia stata proprio la previsione di un deficit al 2,3%, che riduce l'effetto moltiplicatore attribuito alla manovra. Secondo le
"rielaborazioni" dell'ufficio parlamentare,
l'obiettivo dell'1% appare "meno irrealistico" considerato che solo uno 0,6% sarebbe legato agli effetti espansivi della manovra e quindi più facilmente raggiungibile.
Resta però qualche perplessità, di cui peraltro non si fa cenno nel documento inviato a Bruxelles: per l'Upb
"permangono alcuni fattori di rischio" che potrebbero incidere negativamente sugli
obiettivi indicati per il 2017.
L'evoluzione del
PIL reale - aggiunge l'Upb, si conferma al
limite superiore delle previsioni anche nel 2018 e 2019, "rafforzando i potenziali fattori di rischio delle ipotesi di crescita".