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A&D, EY: "Difesa volano di crescita dell'economia nazionale"

Per l'economia europea il settore ha un volume d'affari di 93,7 miliardi di euro e 1,5 milioni di occupati con margini di crescita. In Italia vale 13,5 miliardi e impiega 160mila persone

Economia
A&D, EY: "Difesa volano di crescita dell'economia nazionale"
(Teleborsa) - Parola d'ordine "fare sistema" sia a livello nazionale che europeo. È questa, in estrema sintesi, la linea tracciata dal convegno La Difesa come volano di crescita dell'economia nazionale organizzato a Roma da Ernst & Young con l'obiettivo di fare il punto sullo stato e i trend evolutivi del settore Aerospazio e Difesa a livello italiano e internazionale.

"Per l'economia europea il settore A&D ha un valore significativo con un volume d'affari di 93,7 miliardi di euro e 1,5 milioni di occupati e, nonostante la spesa per la difesa in Europa sia stabile, le mutate priorità geopolitiche degli Usa e la Brexit possono porre le condizioni per una crescita" rivela EY nella sua analisi. Uno scenario che vede una crescita del settore a livello globale, per ricavi e margine operativo, del 2,8% nel periodo 2012-2017 con una marginalità media (Ebit) attorno al 10,4%. Positive per EY anche le previsioni per il prossimo biennio con ritorni medi attesi in crescita (+2,4%) ed elevata dinamica di operazioni di M&A (288 operazioni nel 2017).

In Italia, osserva EY, l'A&D ha un forte impatto sull'economia nazionale. Il comparto vale 13,5 miliardi di euro, esporta il 70% della produzione, impiega 160.000 persone (incluso l'indotto) ed è il secondo settore per investimenti in Ricerca e Sviluppo (1,4 miliardi di euro). Con questi numeri, e nonostante il Paese dedichi alla difesa una quota contenuta del Pil (attorno all'1,5%), per EY, il settore rappresenta un asset decisivo per produzione industriale, export e innovazione.

A livello europeo l'analisi sottolinea come la Commissione Ue abbia creato un contesto normativo e finanziario favorevole alla spesa e agli investimenti. In particolare, con lo European Defence Fund che prevede lo stanziamento di 13 miliardi di euro per il periodo 2021-27, sono state fornite agli stati le risorse necessarie a sostenere la ricerca di base e lo sviluppo nel settore. Le analisi EY evidenziano, inoltre, come alcune caratteristiche dello scenario attuale, sia geopolitiche sia tecnologiche, con la diffusione su larga scala del digitale, possano favorire una nuova fase di sviluppo del settore Aerospazio e Difesa. È necessario, tuttavia, anche un cambio di paradigma. La natura delle minacce cui la difesa deve far fronte appare oggi mutata: alle minacce tradizionali si affiancano quelle non convenzionali e ibride, quali attacchi informatici (cyber-warfare), pressioni economiche, attacchi atti a colpire infrastrutture critiche o fonti di approvvigionamento energetico. E, in questo contesto, la domanda di sicurezza evolve.

EY, Donato Iacovone – "Le tecnologie digitali sono una grande opportunità per integrare e rendere più efficiente l'intera filiera", ha commentato Donato Iacovone, amministratore Delegato di EY in Italia e Managing Partner dell'area Mediterranea. "Il settore A&D in Italia – ha aggiunto – è composto da 2 top player e oltre 4.000 aziende medio-piccole. Da qui l'importanza di integrare e coinvolgere l'intera filiera nel processo di trasformazione digitale".

Elisabetta Trenta, "Industria della Difesa moltiplicatore della crescita dell'economia nazionale" – Nel suo intervento il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha sottolineato la necessità di "migliorare e rendere più efficiente il settore della Difesa". Per il Ministro le politiche di finanziamento dello Strumento militare non devono rimanere confinate nel solo perimetro del concetto di spesa ma devono essere "percepite come un investimento fruttuoso per il Paese, in grado di promuovere ricerca, occupazione e sviluppo". L'Industria della Difesa e l'intero comparto, nel suo complesso, ha aggiunto Trenta, "rappresentano un vero e proprio moltiplicatore della crescita dell'economia nazionale" e "non vi è dubbio che l'impegno per valorizzare questo volano rappresenta una priorità per il Governo".

Leonardo, Alessandro Profumo – "Noi siamo forti e solidi, se i fondi fossero di più sarebbe meglio anche perché tanti, il 12% per cento del nostro fatturato pari a un miliardo e 450milioni, li spendiamo in Ricerca & Sviluppo e c'è una ricaduta sul Paese importante" ha affermato l'amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, intervenuto al convegno. In riferimento all'integrazione europea nella difesa Profumo ha detto di ritenerla una strada possibile "ma siccome l'industria è ancora nazionale bisogna evitare di fare passi troppo lunghi che portano alla perdita di asset del nostro Paese". Profumo ha inoltre annunciato il lancio da parte di Leonardo di "un programma per finanziare le pmi" affermando di aver creato nel 2018 1700 posti di lavoro in Italia.

Elettronica Group, Enzo Benigni "industria nazionale vive di programmi comunitari" – "L'industria della difesa nazionale vive dei programmi comunitari, è questo il caso dell'Eurofighter Typhoon che ha generato in Europa 150.000 posti di lavoro e 100 Mld di valore. In questo programma l'Italia deve avere un ruolo nello sviluppo dell'MLU (mid life update) per poter conservare la sovranità nazionale nella tecnologia". A sottolinearlo è stato Enzo Benigni, presidente e Ceo di Elettrofonica Group. "Siamo seduti al tavolo con altri paesi: Uk, Germania e Spagna, e ciascuna industria nazionale ha necessità del supporto dei rispettivi governi. Va evitato il rischio che una eventuale carenza di fondi coincida con l'appuntamento dell'MLU. Pertanto è fondamentale che il tavolo Industria-Difesa agisca con tempestività. Non è in discussione solo il mancato business, ma il mantenimento di indipendenza e competitività tecnologica per l'industria nazionale, che altrimenti sarebbe tirata fuori da un intero ciclo di innovazione", ha concluso Benigni.









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