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Brexit, allarme consumi: 33% del cibo proviene da Ue

Dopo il vino, che fattura circa 827 milioni di euro, al secondo posto c'è l'ortofrutta fresca e trasformata con 234 milioni

Agroalimentare, Economia
Brexit, allarme consumi: 33% del cibo proviene da Ue
(Teleborsa) - Ancora un allarme legato alla Brexit, questa volta da Coldiretti. Secondo l'analisi, a spaventare sono gli effetti dei dazi e dei ritardi doganali che scatterebbero nel caso il Regno Unito in autunno dovesse lasciare l'Unione europea senza alcun accordo. La Gran Bretagna produce la metà del cibo che consuma ed è costretta a ricorrere alle importazioni dall'Unione Europea (30%), dalle Americhe (8%), dall’Africa (4%), dall’Asia (4%). L'Italia ha importanti relazioni con l'UK nel settore agroalimentare: nel 2018 le forniture hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro classificando il Regno Unito come il quarto partner commerciale del Belpaese.

Dopo il vino, che fattura circa 827 milioni di euro, al secondo posto c'è l'ortofrutta fresca e trasformata con 234 milioni. Rilevante anche la pasta, i formaggi e l'olio d'oliva che si aggira intorno agli 85 milioni di euro. L'allarme di Coldiretti è che senza accordo, ci sarebbe il problema riguardante la tutela giuridica dei marchi con le esportazioni italiane di prodotti a indicazioni geografica e di qualità che incidono per circa il 30 per cento sul totale dell’export agroalimentare Made in Italy e che senza protezione europea rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione da Paesi extracomunitari.

(Foto: Per gentile concessione del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano)
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