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Coldiretti, storico record dell'export ma occhio ai rischi internazionali

A preoccupare è la recente ondata di misure contro il libero commercio

Economia
Coldiretti, storico record dell'export ma occhio ai rischi internazionali
(Teleborsa) - Coldiretti sottolinea i successi del commercio estero regionale nel primo trimestre resi noti oggi dall'ISTAT, ma mette in guardia sui variegati rischi geopolitici che possono minacciare le performance dei nostri prodotti.

La crescita media dell'8% registrata dal Made in Italy agroalimentare è definita dalla Confederazione senza mezzi termini un "record storico". Allo stesso tempo però si evidenzia come quasi i due terzi delle esportazioni interessino i Paesi dell’Unione Europea, mentre gli Stati Uniti rimangono di gran lunga il mercato più florido fuori dal continente.

Una tale persistenza nella struttura degli scambi va individuata nei cambiamenti in atto nella politica internazionale, che potrebbero tradursi sia in misure d'embargo che neoprotezionistiche. Un esempio delle prime sono le sanzioni imposte alla Russia, dove i valori dell'export seppur in aumento (+49%) restano contenuti, a causa dell’embargo che ha colpito gran parte dei nostri prodotti alimentari (ad eccezione del vino e della pasta).

Per quanto riguarda le seconde, fonte di preoccupazione per Coldiretti provengono dalle mosse del mondo anglosassone. In ambito UK, la Brexit si fa sentire, con un calo del 7% nelle vendite del vino italiano nel primo bimestre. Questo non solo per effetto dei tassi di cambio sfavorevoli, ma anche per l’aumento della tassazione sugli alcolici.

Negli USA invece a preoccupare è il rapporto annuale sulla protezione della proprietà intellettuale appena pubblicato dal governo americano, che attacca le “eccellenze” alimentari europee Dop e Igp nel settore dei formaggi, accusate di contribuire al "significativo deficit" negli scambi agroalimentari USA-UE. Secondo gli agricoltori questa non è altro che una scusa per "difendere il fenomeno dell’Italian sounding", grazie al quale le industrie americane controllano il 99% dei formaggi di tipo italiano, il cui valore si aggira intorno ai 20 miliardi di euro.

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