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ISS, Giovanni Rezza: "Con regole e rigore si riconquista prima la libertà"

Il Direttore Dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità: "Al momento unica vera arma contro il virus è distanziamento insieme a dispositivi di protezione"

Economia
ISS, Giovanni Rezza: "Con regole e rigore si riconquista prima la libertà"
(Teleborsa) - Il Professor Giovanni Rezza, 65 anni, è Direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità. Tra i massimi esperti di HIV e di infezioni emergenti, come Chikungugna, Febbre emorragica e Sars, il Professore ha svolto indagini epidemiologiche in Italia e all'estero dove ha lavorato per conto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, della Cooperazione Italiana e dell'Unione Europea. Attualmente è membro della Commissione Scientifica per l'Emergenza Covid. Il clinico ha parlato con Teleborsa della situazione e di ciò che ci aspetta.

I casi diminuiscono ma sono ancora troppi. Si pensa di riaprire. Qualcosa è stato fatto. Poco. Ricordano infatti gli scienziati della commissione Covid: siamo ancora nella fase 1. Politici, sindacati e tecnici stanno però già disegnando una Fase 2. Ma si può procedere rispettando le esigenze sia dell'emergenza sanitaria che di quella economica? Secondo Giovanni Rezza è assolutamente necessario farlo...

"Non si può bloccare per troppo tempo un Paese intero anche se al momento l'unica vera arma che abbiamo per combattere il virus sono: distanziamento sociale (che tutti dovrebbero rispettare) e presidi come mascherine, guanti ecc. Come si sta cercando di fare, bisogna ricominciare per gradi e in sicurezza".

Da più di un mese ormai le persone sono costrette in casa. Non basterebbe seguire esattamente le indicazioni di protezione che abbiamo appena detto per poter riprendere a uscire senza troppi pericoli ?

"Sicuramente il rischio di trasmissione diminuirebbe, ma il problema qual è? E' che se diciamo ...rompete le righe (sia pure con mascherine guanti e anche occhiali protettivi) la gente pensa che il pericolo sia passato e la situazione non sia poi così drammatica. Di conseguenza non si atterrebbe alle regole e i casi tornerebbero a salire in maniera vertiginosa"

Si è parlato di classi di età. l'Europa vuol proporre linee guida che lascino a casa gli anziani non si sa fino a quando. Potranno cominciare a uscire solo i giovani. Ma in Italia sono numerosissimi gli over 65 o gli ultrasettantenni che dirigono aziende, attività commerciali, i medici e gli avvocati di qull'età solo per citarne alcuni. E allora come la mettiamo?

"Sono linee guida da Paesi del Nord Europa, da società con struttura demografica diversa dalla nostra dove sono tutti più giovani . Da noi è diverso. In Italia molti anziani lavorano e i nipoti stanno veramente con i nonni più che con la babysitter. E' vero che dopo la proposta dell'Europa se ne è parlato anche da noi, ma vedrete che alla fine non si potranno avere anziani di serie A privilegiati (quelli che possono uscire perché vanno a lavorare) e quelli di serie B che devono restare in casa isolati a rischio depressione."

Si sta pensando alle vacanze estive. Il settore del turismo è uno tra i più colpiti...

"Certo si dovrà riuscire a mandare le persone sulla spiaggia, anche lì in sicurezza, con le distanze dovute. Sarà tutto piùdifficile. Ma come dicevo prima non abbiamo né farmaci specifici né il vaccino che sarà la vera arma vincente. Anche per la prossima stagione, per quanto riguarda scuola e terziario, più si potrà lavorare da casa e meglio sarà"

In Corea del sud stanno risolvendo il problema con controlli tecnologici a tappeto. Cosa si potrebbe fare in Italia sia in fatto di sicurezza che di maggiore libertà di movimento?

"Ci vorrebbe un maggior controllo del territorio. Le ASL dovrebbero individuare immediatamente nuovi focolai, isolare i casi, rintracciare i contatti avuti dalla persona infettata, isolarli tutti. Un lavoro notevole che non tutte le ASL sono in grado di fare".

Piano piano, dunque, si ricomincerà, ma i tempi saranno piuttosto lunghi. Molto - anzi moltissimo - dipenderà dal rispetto delle regole dei datori di lavoro, dei lavoratori stessi e dei cittadini tutti.

di Manuela Lucchini















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