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Eurozona, manifattura segna valore più basso in sette anni

Le preoccupazioni geopolitiche, che variano dalla Brexit alle politiche commerciali degli USA, continuano a creare incertezze, indebolendo ulteriormente la domanda sia nazionale che estera

Economia, Macroeconomia
Eurozona, manifattura segna valore più basso in sette anni
(Teleborsa) - Il mese di ottobre registra il valore più basso in sette anni, per il PMI dell'Eurozona.



Secondo gli ultimi dati rilasciati da IHS Markit, il settore manifatturiero della zona euro ha continuato a contrarsi. Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’indice finale IHS Markit PMI, si è posizionato a 45,9 punti. Nonostante in salita da 45,7 punti di settembre e della precedente stima flash, l’indicatore è rimasto ben al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50 indicando il secondo tasso di contrazione più forte durante gli ultimi sette anni.

Per l’ennesima volta tutti e tre i sotto settori monitorati dall'indagine hanno mostrato un peggioramento delle condizioni operative rispetto al mese precedente. Il forte crollo del volume dei nuovi ordini è rimasto il fattore che ha influenzato negativamente. Il sottosettore dei beni di investimento e quello dei beni intermedi hanno entrambi registrato forti contrazioni rispetto a quello dei beni di consumo, dove la contrazione è rimasta marginale.

La Germania, nonostante abbia riportato un leggero miglioramento nel relativo PMI, è rimasta la ragione principale della debolezza dell’eurozona. Anche l’Austria ha registrato l’ennesima forte contrazione delle condizioni operative, mentre la Spagna ha osservato il crollo del PMI manifatturiero al livello più basso in sei anni e mezzo.

L'Italia ha inoltre registrato un valore al di sotto della soglia di 50 punti, mentre Paesi Bassi, Irlanda e Francia hanno a malapena riportato espansioni. Anche se con la crescita più debole durante gli ultimi quattro mesi, ancora una volta la Grecia è stata la nazione a riportare la prestazione migliore.

L'indagine cita le preoccupazioni geopolitiche, che variano dalla Brexit alle politiche commerciali degli USA, e che continuano a creare incertezze, indebolendo ulteriormente la domanda sia nazionale che estera.

"Considerate le recenti azioni di stimolo della BCE, è particolarmente deludente la gravità della contrazione insieme alle deboli tendenze del livello occupazione e dei prezzi" - commenta Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit - "e sottolinea come Christine Lagarde stia prendendo le redini della presidenza della BCE in un momento piuttosto complesso per l’intera economia dell'Eurozona".

(Foto: © iloveotto/123RF)
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