(Teleborsa) -
Produzione industriale ancora al palo a febbraio, subito prima che l
'emergenza coronavirus paralizzasse l'Italia. Per il mese di
marzo infatti
si prospetta un vero e proprio
tracollo, a causa delle misure di contenimento dei contagi, in un contesto che appariva già ampiamente negativo.
Secondo l'ultimo rapporto dell'
Istat, l'indice destagionalizzato della
produzione industriale riporta un calo dell’1,2% rispetto a gennaio. Si salva solo
l’energia (+2,7%), mentre diminuiscono i beni intermedi (-1,1%) ed i beni di consumo (-0,9%). Stabili i beni strumentali risultano stabili.
Negativo anche il bilancio del trimestre (dicembre-febbraio) che evidenzia una
diminuzione dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti.
Corretto per gli effetti di calendario, a febbraio 2020 l’indice complessivo è
diminuito in termini tendenziali del 2,4% (i giorni lavorativi sono stati 20, come a febbraio 2019), confermando un
trend negativo in atto già da 12 mesi. Contenuta crescita solo per i beni strumentali (+1,4% tendenziale), mentre diminuiscono, in misura marcata, i
beni di consumo (-3%) e i beni intermedi (-2,3%) e, in maniera più contenuta, l’energia (-0,6%).
I
settori di attività economica che registrano i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di
coke e prodotti petroliferi raffinati (+8,3%), l’industria del legno, della carta e stampa (+6%) e le altre industrie (+5,7%). Le flessioni più ampie si registrano invece nelle industrie
tessili, abbigliamento e pelli (-12,1%), nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore e acqua (-6,2%) e nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-3,7%).