(Teleborsa) -
L'UE non rinnoverà il contratto con Astrazeneca per il vaccino anti-Covid che
scadrà alla fine giugno. E' l'annuncio formale di un divorzio dopo che la Commissione europea aveva
già avviato un'azione legale contro l'azienda farmaceutica anglo-svedese per non aver rispettato i termini del precedente contratto.
Nel
primo trimestre, Astrazeneca ha
consegnato alla UE un quarto delle dosi previste dal contratto, ovvero
30 milioni di dosi rispetto ai 120 milioni pattuiti. Un ammanco che è stato parzialmente ripianato dallo stop di alcuni giorni imposto dall'EMA, per valutare gli aspetti relativi alla sicurezza del vaccino, dalla decisione di alcuni Paesi europei di abbandonare la somministrazione di questo vaccino e dall'aumento delle consegne di altri produttori, in particolare
Pfizer.
"Non abbiamo rinnovato l'ordine dopo giugno. Vedremo cosa succederà", ha affermato il commissario europeo
Thierry Breton, aggiungendo che si sta lavorando con Pfizer sulla "seconda fase e sui vaccini di seconda generazione".
Frattanto, in Italia il vaccino Vaxzevria di Astrazeneca non convince e
restano tantissime dosi stipate in frigorifero in attesa di utilizzo. Sono un milione e mezzo le dosi non utilizzate e si stima che del vaccino Astrazeneca sia stato
impiegato circa il 77% delle dosi consegnate, una percentuale molto bassa rispetto al competitor Pfizer (94%).
Una situazione che ha portato ad una
carenza di vaccino, con il Lazio che ha già esaurito tutti gli slot per Pfizer e incita la popolazione ad effettuare prenotazioni con altri produttori, mentre il presidente della Regione Campania,
Vincenzo De Luca, avverte che
"c'è una carenza di vaccini a livello nazionale".