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Lavoro, Cisl: crescono contratti di II livello al Nord, solo il 2% al Sud

È quanto emerge dal quinto rapporto Ocsel. Sbarra: "Detassare frutti degli accordi di secondo livello e scongiurare l'adozione del salario minimo legale"

Economia
Lavoro, Cisl: crescono contratti di II livello al Nord, solo il 2% al Sud
(Teleborsa) - Una contrattazione "più strutturata e meno episodica rispetto agli anni della crisi" che vede nel 54% dei casi rinnovi di contratti precedenti e nel 19% accordi integrativi degli stessi. Nel dettaglio la contrattazione di secondo livello si sviluppa in particolare nel settore metalmeccanico, dove si registra il 31% degli accordi negoziati tra il 2017-18, ma si estende e sviluppa ad altri settori come commercio (10%), servizi (13%) e trasporti (11%). Resta, tuttavia, un deciso squilibrio territoriale che vede la contrattazione aziendale diffusa nel Nord (55% del totale) e nel Centro (20%), mentre scarsa è la diffusione nel Sud del Paese (2%). Questa la fotografia scattata dal quinto rapporto Ocsel (Osservatorio Contrattazione di Secondo Livello) curato e presentato dalla Cisl che raccoglie ed analizza 2.182 accordi aziendali negoziati negli anni 2017 e 2018 (di cui 1.236 per il primo anno e 946 nel secondo) in 1.363 aziende che occupano 928.260 lavoratori.



Diffusa la contrattazione nelle piccole (fra 20 e 49 addetti) e micro imprese sotto i 19 dipendenti. Un dato che il Rapporto definisce "significativo" in quanto smentisce la convinzione diffusa che la contrattazione sia uno strumento applicabile solo alle aziende medio grandi. Principale indicatore della ripresa – secondo la Ricerca – è la presenza del salario come argomento maggiormente trattato nella contrattazione, presente nel 51% degli accordi analizzati con un avanzo di 7 punti percentuali rispetto alla contrattazione del biennio precedente. Calano, invece, fortemente gli accordi legati a situazioni di crisi. Il valore del premio per lavoratore supera mediamente una mensilità (1.534,38 euro pro capite).

In tema di orari di lavoro il 22% degli accordi relativi si occupano della distribuzione degli stessi, tema centrale di fronte a mercati sempre più difficilmente prevedibili, mentre spicca anche il fatto che in tema di flessibilità, la stessa viene negoziata sia relativamente alle esigenze produttive ma sempre più anche verso le flessibilità richieste dai lavoratori (in entrata e uscita nonché meccanismi di banca ore). Numerosi accordi (54%) prevedono di utilizzare lo Smart-Working.

Gli accordi censiti da Ocsel mostrano, inoltre, una crescita impressionante della contrattazione sul welfare. Infatti se nel 2015-16 il 23% degli accordi prevedeva interventi sul welfare nel 2018 tale percentuale è salita al 38%. Fra le pratiche di welfare in crescita la tematica dell'assistenza familiare (materia in crescita dall1% al 7% nel raffronto fra i due bienni), di prevedere servizi a supporto del dipendente (2% degli accordi), il sostegno del potere di acquisto (dal 5% al 15%), la formazione e l'istruzione (dal 2 al 9%), i servizi ricreativi (dall'1 al 9%).

Per il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, il rapporto fotografa "una contrattazione aziendale evolutiva nella forma e nei contenuti, dinamica, costruttiva di soluzioni e tutele sempre più ricche. Ma – aggiunge – la contrattazione aziendale per sviluppare tutte le sue potenzialità ha bisogno di sostegno, sia di natura fiscale che di normativa di legge non invasiva, valore erga omnes dei contratti , sostegno alla conclusione della misurazione della rappresentanza, sostegno alla partecipazione". Un sistema che – afferma Sbarra – "offre già tanto allo sviluppo e alla coesione, ma va ulteriormente sostenuto e promosso con maggiori affidamenti e responsabilità tra le parti sociali e adeguate politiche fiscali che ne stimolino diffusione e crescita, specialmente nelle aree dove il tessuto produttivo è più debole e disgregato e le aziende sono più piccole e isolate, come nel Mezzogiorno". Da qui le richieste che il segretario della Cisl rivolge al Governo: "crediamo che i frutti degli accordi di secondo livello, sia economici che di welfare, vadano del tutto detassati, insieme anche agli aumenti dei prossimi rinnovi contrattuali di primo livello". Tra le richieste una "modifica del Decreto Dignità con un forte affidamento alla contrattazione aziendale sulle causali per i rinnovi dei rapporti a tempo determinato"; "scongiurare l'adozione del salario minimo legale" in virtù dell' "estensione dei contratti leader in ogni comparto, con una lotta senza quartiere al dumping negoziale, alle rappresentanze di comodo e ai contratti pirata". Al Governo Sbarra chiede, infine, di "varare una legge quadro sulla partecipazione e sulla democrazia economica che sostenga il coinvolgimento dei lavoratori alla vita d'impresa, un provvedimento legislativo che deleghi alla contrattazione il compito di declinare in ogni realtà le forme più idonee di partecipazione".
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