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PIL, Boccia: possibile recessione in 2020, reagire e non aspettare

Intesa-Ubi? Bene giganti con bandiera italiana

Economia, Finanza
PIL, Boccia: possibile recessione in 2020, reagire e non aspettare
(Teleborsa) - Le previsioni su una possibile recessione in Italia nel 2020 "sono stime possibili: occorre una reazione". A dirlo il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commentando le previsioni di Nomura che ieri ha indicato per l'Italia la possibilità di recessione per il 2020.



"Abbiamo già un Sud in fase recessiva di fatto, una Germania che rallenta, quindi è possibile che anche in funzione di alcuni settori importanti come quello dell'automotive si possa avere un effetto recessivo", ha continuato Boccia a margine delle celebrazioni per i 90 anni di Pininfarina, sottolineando che, di fronte a questa situazione, "a maggior ragione occorre una reazione, non attendere e non constatare".

A proposito dell'Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca lanciata ieri in serata, Boccia ha osservato: "Quando nascono giganti, specialmente con la bandiera italiana, è un elemento sicuramente positivo. Noi non entriamo nel merito delle strategie delle singole imprese, però sono sicuramente segnali di vitalità del sistema finanziario italiano". Secondo il leader degli industriali "è importante avere banche che facciano impresa bancaria non tanto banche che fanno finanza, devono essere vicine alle imprese e all'economia reale al di là della dimensione bancaria e della loro latitudine".

Quanto alla proposta del ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli di ridurre l'Ires per le imprese che rientrano in Italia, Boccia ha sottolineato che si tratta di un "passo importante" nell'ambito di un 'Piano per l'Italia'. Il Presidente di Confindustria ha parlaot anche dell'idea del reshoring (rientro) in Italia, indicandolo come "determinante" e proponendo la ripresa del "Piano Sud per farlo evolvere in un Piano per l'Italia".

Infine, sul Coronavirus, Boccia ha invitato ad essere pronti a un'accelerazione degli effetti e reagire. "Bisogna prepararsi a un'eventuale accelerazione dell'effetto del nuovo coronavirus. Speriamo di no chiaramente, ma - ha concluso - questo potrebbe comportare un rallentamento dell'economia complessiva del pianeta. A maggior ragione occorre una reazione italiana ed europea che stiamo chiedendo da tempo".
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