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British Airways e Ryanair, l’ora dei tagli

Sul primo maggio piombano le notizie di ridimensionamento delle compagnie aeree d’oltremanica

Economia, Trasporti
British Airways e Ryanair, l’ora dei tagli
(Teleborsa) - Si aggrava oltremanica l’impatto della crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 sul trasporto aereo. Dopo avere annunciato il taglio di 12mila dipendenti sul totale di 45mila, British Airways avrebbe deciso di abbandonare le operazioni sull’aeroporto di Londra Gatwick, il secondo scalo per importanza del Regno Unito, dove genera un sesto dei 44 milioni di passeggeri annui, e sarebbe pronta a licenziare 1.100 piloti.

Sulla festività del primo maggio piomba anche l’annuncio di un taglio di 3.000 posti di lavoro da parte del vettore irlandese Ryanair, il cui ceo Michael O’Leary si batte affinché a bordo degli aerei possano essere occupati tutti i posti disponibili imponendo ai passeggeri il solo obbligo di mascherine. La più grande compagnia aerea low cost continentale è pronta riprendere i voli, con la gradualità che il mercato richiede e al netto di restrizioni che potrebbero inficiare la redditività e sostenibilità dei voli.

Ryanair, che prevede si possa tornare a volare sulle rotte europee dal mese di luglio, ha annunciato che, come effetto diretto della crisi senza precedenti provocata dalla pandemia di Covid-19, con prospettive di recupero della domanda e dei prezzi dei passeggeri (ai livelli del 2019) non prima dell'estate 2022, notificherà a breve ai propri sindacati il suo programma di ristrutturazione che inizierà a partire da luglio 2020.

La compagnia prevede di tagliare fino a 3.000 posti di lavoro, riduzioni delle retribuzioni fino al 20% e la chiusura di una serie di proprie basi in tutta Europa fino al recupero del traffico.
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