(Teleborsa) - Barclays non ha la coscienza immacolata, ma non è la sola.
Questo, in estrema sintesi, quanto emerso dall'attesissima testimonianza di Bob Diamond, ormai ex Chief Executive Officer del colosso finanziario inglese, davanti alla Commissione Tesoro del Parlamento britannico.
Il motivo del trambusto è ormai cosa nota: sembra che Barclays abbia manipolato il mercato dedicato al fixing dei tassi interbancari, ovvero il Libor.
Innanzitutto, il top manager ha precisato di essersi dimesso per evitare ulteriori danni all'immagine della banca, senza tentare di discolpare i "comportamenti riprovevoli" dei trader, ma ammettendo di essere venuto a conoscenza dello scandalo solo molto tardi.
Ma quel che fa più riflettere è che Diamond ha lasciato intendere che le autorità politiche e finanziarie non fossero del tutto all'oscuro della faccenda. Tra le ultime, figura anche la Bank of England.
Emblematica la telefonata del 2008 tra Diamond, allora alla direzione del ramo investimenti, e il vicegovernatore della banca centrale inglese, Paul Tucker. In quell'occasione, il manager si lamentò del fatto che gli altri istituti riportavano valori più bassi del tasso Libor. Dopo quella 'chiacchierata', scesero anche quelli di Barclays. Secondo il Presidente di Barclays, Marcus Angius, sarebbe stato proprio un malinteso nella lettura di questo colloquio a portare del Missier a dire ai trader di abbassare i tassi.
E' atteso per oggi il voto del Parlamento sulla proposta del premier David Cameron di costituire una commissione parlamentare d'inchiesta sullo scandalo.