(Teleborsa) -
Confindustria mette il punto sulla c
entralità dell'Unione Europea nella negoziazione di
accordi commerciali preferenziali con Paesi terzi, soprattutto in un contesto di crescenti spinte protezionistiche e crisi della governance multilaterale degli scambi. In una tale situazione di incertezza e con l’introduzione di nuovi dazi all'import da parte degli Stati Uniti, acquista una
grande rilevanza strategica la negoziazione di trattati in sede europea.
E' quanto emerge dallo studio "Accordi commerciali UE antidoto al protezionismo Usa e volano per l'export italiano", realizzato dal
Centro Studi di Confindustria, secondo cui
l’Unione europea è la maggiore promotrice di trattati internazionali: ne ha sottoscritti 42 (con 73 paesi), molti di più di USA (13) e Cina (15).
Gli accordi hanno avuto un forte
impatto positivo sulle
esportazioni europee e, soprattutto, italiane. Secondo stime CSC, hanno generato una maggiore crescita delle vendite italiane in
Corea del Sud di circa il 55 per cento (cumulato) nel lungo periodo e in
Canada di quasi il 10 per cento in due anni. L’effetto positivo in
Giappone è già visibile ma ridotto, dato il breve periodo di applicazione dell’accordo.
I trattati preferenziali hanno
favorito l’export italiano attraverso sia un sostanziale
annullamento dei dazi sia una riduzione delle barriere non tariffarie agli scambi. Secondo stime CSC, l’eliminazione dei dazi spiega circa metà dell’effetto complessivo dell’accordo con la Corea del Sud (cioè una crescita del
28 per cento dell’export).
Una parte rilevante dei vantaggi degli accordi deriva, quindi, dalla r
iduzione delle barriere non tariffarie, come
standard di produzione,
etichettatura dei prodotti,
valutazioni di conformità,
misure sanitarie,
procedure doganali. Le performance migliori sono concentrate in alcuni settori strategici dell’export italiano, come alimentari e bevande, macchinari, abbigliamento, tessile e calzature.
Particolarmente importante risulta la
liberalizzazione degli scambi nel settore terziario. Il livello dei servizi italiani forniti alla Corea del Sud e al Canada è
aumentato velocemente e più che nel resto del mondo. In forte crescita il turismo e i servizi ad alta tecnologia.
Le
piccole e medie imprese, che rappresentano la maggioranza degli esportatori italiani ed europei (anche nei mercati extra-UE), sono tra i
maggiori beneficiari degli accordi di nuova generazione, secondo le prime evidenze empiriche.