(Teleborsa) - "Non vogliamo aiuti né dall'Italia né dall'Europa", ma visto l'attuale momento delicato, "bisogna stare attenti". Così si è espresso l'Amministratore Delegato della Fiat, Sergio Marchionne, parlando ai giornalisti in occasione dell'apertura del
Salone dell'automobile di Parigi. Il Lingotto dunque, ha ribadito il manager, gestirà la crisi del mercato europeo dell'auto da sola, contando solo sulle proprie forze e sul valore aggiunto di
Chrysler. Della
fusione con il car maker statunitense, tornata in auge in scia al piccolo ostacolo sorto sul prezzo della call option, Marchionne ha detto che era "un atto dovuto" e che senza il partner americano Fiat avrebbe "sofferto le pene dell'inferno in Europa".
Non è mancato un accenno a
Fabbrica Italia: l'AD ha giurato che il ritiro degli investimenti non ha nulla a che vedere con la Fiom.
Di
Confindustria ha detto invece di non sentirne la mancanza e, a una domanda su un possibile rientro della società nella Confederazione degli industriali, l'AD ha risposto: "Non ci manca né il rito né tutto il resto del contorno. Siamo stati abbastanza chiari quando abbiamo preso la decisione di uscire, non credo siano cambiate le prospettive e gli atteggiamenti di Confindustria, tali da rendere il nostro rientro facile e spiegabile".
Tornando al caso Chrysler, Fiat ha dovuto ricorrere al Tribunale per ottenere conferma del prezzo che dovrà essere pagato per la partecipazione pari a circa il 3,3% del capitale di Chrysler che il VEBA (il fondo gestito dal sindacato statunitense UAW) dovrà cederle in forza del contratto di opzione concluso tra le parti il 10 giugno 2009. Questo, perché non è stata raggiunto un accordo su tale prezzo. Nulla di grave, comunque, ha precisato Marchionne.