(Teleborsa) -
Milano e Madrid continuano a zavorrare i Listini europei, che oggi non brillano, a causa di un generale clima negativo per le difficili condizioni economiche del Vecchio Continente.
L'Eurozona resta in profonda recessione, come confermato dai pessimi dati sul settore dei servizi arrivati questa mattina, che confermano una previsione di calo del PIL dello 0,6% alla fine del primo semestre. Notizie non migliori sono giunte dalla Cina, perché anche in questo caso c'è un brusco rallentamento.
Si punta sulla BCE, che domani potrebbe annunciare un taglio del costo del denaro, giocandosi anche l'ultima carta delle politiche convenzionali. Per la verità, gli analisti indicano che il beneficio di questo tipo di misure sarà minimo.
Manca il faro di Wall Street, che oggi resta chiusa per la festa dell'Indipendenza. L'assenza della grande piazza americana infatti ha contribuito a rendere i mercati europei più nervosi e volatili, anche a causa dei più bassi scambi.
L'euro resta sotto tono, congelato sul dollaro a 1,257 USD. >Risalgono gli spread a testimoniare le maggiori tensioni presenti sui mercati, in attesa anche di novità dal vertice Mario Monti ed Angela Merkel.
Milano e Madrid restano le piazze peggiori, con perdite rispettivamente dello 0,7% e dell'1,2%. Più contenuto il calo di Parigi e Francoforte, attorno allo 0,6%, mentre Bruxelles ed Amsterdam cedono lo 0,4%. Vicino alla parità Londra.
Fra le blue-chips italiane brilla Mediaset, anche per i rumors relativi ad una possibile alleanza strategica con operatori esteri nella Pay TV.
Denaro su Autogrill, in scia alla notizia della vendite delle attività Duty Free di ADR Retail. Sulla notizia
corre anche Gemina che appunto controlla la società che gestisce gli Aeroporti romani.
In rally la Fiat, dopo un esordio non esaltante. L'AD Sergio Marchionne ieri ha segnalato la possibilità di chiusura di uno stabilimento in Italia.
Recuperano utilties e autostrade, che ieri erano stati penalizzati dalla possibilità di di un decreto blocca tariffe.
Fra i peggiori vi sono gli industriali ed il cemento. Giù le anche le banche ed il risparmio gestito, con Mediolanum, Intesa Sanpaolo e Mediobanca che risultano fra i peggiori.