(Teleborsa) - Come atteso i ministri delle Finanze della Zona Euro hanno dato il via libera all'aumento temporaneo della capacità di prestito dei fondi europei.
Il firewall passerà dunque da 500 a 700 miliardi di euro allo scopo di migliorare la fiducia dei mercati sulla capacità di contenere la crisi del debito. L'European Financial Stability Facility (EFSF) convivrà, per il momento, con l'European Stability Mechanism (ESM), che diventerà operativo da luglio.
Se si includono anche i 102 miliardi già impegnati per il salvataggio della Grecia, i fondi arrivano a 800 miliardi. Da rilevare, tuttavia, che a livello internazionale in molti speravano in una dotazione da 1.000 miliardi, anche la cifra pattuita oggi a Copenhagen è, tutto sommato, in linea con le aspettative generali.
Dopo mesi di tira e molla, dunque, i leader europei sono riusciti a ottenere quello che per molto tempo la Germania di Angela Merkel aveva categoricamente negato.
Dal 'sì' di Berlino all'approvazione ufficiale di oggi il passo è stato molto breve. Troppo breve, osserva qualcuno, se si pensa alla lentezza di azione mostrata dai Governi dell'Area Euro durante i vari momenti di grossa crisi e sfiducia. Il motivo di tanta solerzia potrebbe essere ricercato nel fatto che a breve la Spagna rivelerà il budget del 2012. In questo momento Madrid versa in condizioni molto gravi: oltre ad un livello di deficit e debito pubblico insostenibile, ha a che fare con uno dei tassi di disoccupazione più alti al mondo.
Per questo i più pessimisti la vedono come prossima Nazione a dover ricorrere agli aiuti. Il momento di sfiducia nei confronti della penisola iberica è confermato tra l'altro dalle tensioni sui Bonos, i cui rendimenti hanno ripreso a correre pericolosamente già da quando il Premier Rajoy aveva ammesso che il Paese non avrebbe rispettato i target imposti dall'Europa.
La sensazione che si respira a livello internazionale è che l'Europa sia tutt'altro che fuori pericolo.