(Teleborsa) -
"Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza". Così il Ministro dell'Istruzione
Patrizio Bianchi ha risposto alle
sollecitazioni dei presidi, che chiedevano
2-3 settimane di Dad per mettere in piedi un programma di ripresa delle lezioni in presenza che garantisse anche la sicurezza di studenti lavoratori della scuola.
L'appello era stato firmato da circa 1.500 presidi, che definivano la
situazione "ingestibile" e chiedevano
più tempo per finalizzare le vaccinazioni dei più giovani, partite nel periodo natalizio. Fra le altre proposte quella di garantire mascherine Ffp2 a tutti e programmare una massiccia campagna di testing.
"Siamo molto attenti a voci che ci arrivano dal Paese, ma anche dalle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza", ha detto Bianchi, aggiungendo "abbiamo valorizzato l'autonomia dei dirigenti scolastici. Ma non si dica che vogliamo scaricare loro la responsabilità. Anzi, la responsabilità deve essere di tutti noi, non solo nella scuola".
Anche il sottosegretario alla Salute
Pierpaolo Sileri è intervenuto sulla ripartenza delle scuole, assicurando la
ripresa in sicurezza. "Sappiamo che a scuola i contagi possono avvenire con più facilità perché minore è la popolazione vaccinata - ha sottolineato - ma minori sono anche i danni e con mascherine, distanziamento e quarantena credo che la situazione sarà sotto controllo".
Preoccupato il presidente della fondazione Gimbe,
Nino Cartabellotta, secondo cui "non si può continuare con lo slogan 'niente Dad, scuola sicura', perché questo di fatto
non è possibile in un momento di circolazione di un
virus che raddoppia i casi ogni due giorni".