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L'artigianato arranca, perse oltre 90 mila imprese

Economia
L'artigianato arranca, perse oltre 90 mila imprese
(Teleborsa) - Tra il 2009 e i primi nove mesi del 2014 l’artigianato ha perso oltre 91 mila imprese. Una su due era ubicata al Nord. Le regioni dove il saldo tra nati e mortalità è stato maggiore sono la Lombardia (-12.496), l’Emilia Romagna (-11.719), il Veneto (- 10.944) e il Piemonte (-8.962). E' il quadro fotografato dall’Ufficio studi di Confartigianato (CGIA) di Mestre che descrive una situazione molto pesante, anche se non mancano alcuni segnali positivi.

"Nonostante la crisi economica abbia cancellato a livello nazionale ben 91.000 aziende artigiane – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – i giovani, soprattutto nel comparto casa, costituiscono la maggioranza degli addetti". "E’ un segnale molto importante, aggiunge Bortolussi, che squarcia un quadro generale molto critico. A nostro avviso ciò è dovuto a due motivi".

Il primo: questi mestieri, legati al mondo dell’edilizia, impongono una forza e una tenuta fisica che difficilmente possono essere richiesti a dei lavoratori di una certa età. Il secondo: il forte aumento del numero dei diplomati avvenuto in questi ultimi anni nel settore edile, elettrico e termoidraulico ha favorito l’ingresso di molti ragazzi nel mercato del lavoro.

I settori artigiani che in questi ultimi anni di crisi hanno subito la contrazione numerica più pesante sono le costruzioni/installazione impianti (-42.444), le attività manifatturiere (-31.256), i carrozzieri e le autofficine (- 15.973). Sono in espansione, invece, i servizi alla persona (parrucchieri, estetiste, massaggiatori, etc.), con un saldo pari a +1.405 attività, le gelaterie e le pasticcerie, con +5.579 imprese, e le attività di pulizia/giardinaggio, con +10.497 aziende artigiane.

Quali sono le cause della crisi? Secondo i dati forniti dall’Ufficio studi della CGIA, tra il 2008 e il 2013 il costo dell’energia elettrica è aumentato ben oltre il 21 per cento, quello del gasolio di quasi il 23,5 per cento, mentre la Pubblica amministrazione ha allungato i tempi di pagamento ai propri fornitori di ben 35 giorni.
Poi le tasse e la burocrazia che costano alle imprese circa 250 miliardi di euro, l'anno.
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