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Clima, Visco: servono incentivi "green" e tasse sulla CO2

Anche la finanza può avere un ruolo primario. Intanto più di 40 banche internazionali (nessuno italiano) hanno firmato un patto per l'ambiente.

Clima, Economia
Clima, Visco: servono incentivi "green" e tasse sulla CO2
(Teleborsa) - Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha dichiarato che per contrastare il cambiamento climatico servono incentivi agli investimenti green e tasse sulle emissioni di CO2. "Il cambiamento climatico e la pandemia sono i problemi globali più importanti del nostro tempo", ha sottolineano nel suo intervento al "Boao Forum for Asia", la Davos asiatica.

È necessario, quindi, "uno stretto coordinamento internazionale. Dobbiamo tenere presente che fermare il cambiamento climatico richiede prima di tutto una forte e coerente determinazione politica: i governi nazionali sono le uniche istituzioni che possono decidere incentivi agli investimenti 'verdi', imporre tasse sulle emissioni di anidride carbonica e introdurre regolamenti che limitano le emissioni consentite", ha spiegato. "I governi nazionali - ha aggiunto Visco - dovrebbero svolgere un ruolo decisivo. Oltre a sottolineare l'importanza dei sistemi di tariffazione della CO2, consentitemi di ribadire la necessita' di rimuovere i sussidi dannosi per l'ambiente, promuovendo in questa maniera una riallocazione dei capitali verso gli investimenti green".

Un ruolo di primo piano però può averlo anche la finanza, "canalizzando più risorse verso gli investimenti green". "Le Banche Centrali – ha precisato – possono cooperare definendo un quadro comune per misurare i rischi legati al clima e integrarli nelle loro pratiche di gestione del rischio. In questa prospettiva, le Banche Centrali dovrebbero anche dare l'esempio, rivelando la loro esposizione collegata al rischio climatico e spiegando come tengono conto di questi rischi nelle loro strategie di investimento".

Nel frattempo, più di 40 banche internazionali hanno firmato un impegno a ridurre l'inquinamento dai loro portafogli e raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050. Nella lista degli aderenti figurano quasi tutti i maggiori istituti europei (tra cui Hsbc, Bnp Paribas, Socgen, Deutsche Bank, Bbva, Santander, Credit Suisse, Ubs), ma nessuna banca italiana. La Glasgow Financial Alliance for Net Zero, guidata dall'ex governatore della Banca d'Inghilterra – e ora consigliere del premier britannico Boris Johnson – Mark Carney, riunisce diversi patti di finanziamento per il clima nuovi ed esistenti che coinvolgono un totale di 160 società responsabili di 70 mila miliardi di dollari di attivo. L'annuncio è arrivato alla vigilia del vertice mondiale sul clima organizzato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Tutti i firmatari hanno convenuto di allineare le emissioni dei loro portafogli di prestiti e investimenti con i percorsi verso lo zero netto entro il 2050 o prima e fissare obiettivi per il 2030 entro 18 mesi, con target intermedi da fissare ogni 5 anni dal 2030 in poi: tutti gli obiettivi saranno regolarmente revisionati per garantire la coerenza con le scoperte scientifiche più recenti. Le banche aderenti inoltre si concentreranno sui settori più inquinanti all'interno dei loro portafogli e fisseranno un ulteriore ciclo di obiettivi per i settori ad alta intensità di carbonio (agricoltura, alluminio, cemento, carbone, immobiliare, ferro e acciaio, petrolio e gas, produzione di energia e trasporti) entro 36 mesi.
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