(Teleborsa) -
L'economia italiana raddoppierà la crescita quest'anno, ma la domanda estera sarà ancora condizionata dalle
tensioni commerciali e quella
interna resterà debole. E' quanto prevede
S&P, che ha presentato oggi a Milano le nuove previsioni economiche per l'area EMEA.
Sylvain Broyer, capo economista dell'area EMEA di S&P, ha spiegato che il
PIL nel 2020 raddoppierà a +0,4% dal +0,2% dell'anno appena concluso, una stima leggermente inferiore al +0,6% previsto dal governo.
Nel 2021 si prevede una ulteriore accelerazione a
+0,6%.
Consumi ancora al palo
"A nostro parere nel corso dell'anno dovremmo assistere alla fine del ciclo di riduzione delle scorte che vanno a pesare sul PIL, ma la
domanda interna rimarrà resiliente", ha affermato Broyer, indicando che la crescita del PIL avrà un
"beneficio limitato in termini di maggior reddito" e segnalando una
crescita dei consumi pari allo
0,4%, in linea con il 2019. La
disoccupazione dovrebbe arrestarsi e rimanere
attorno al 10%.
Roberto Panichi, senior director corporate ratings di S&P, ha poi sottolineato che l
rallentamento dell'Italia è dovuto soprattutto al
rallentamento del commercio globale, che penalizza la domanda estera.
L'Eurozona e gli altri partner europei
S&P indica anche una crescita per l'Eurozona in progressiva accelerazione all'1% quest'anno ed all'1,2% il prossimo. Ma come l'Italia, anche la Germania sconterà un periodo di bassa crescita economica, a causa del rallentamento dell'export, con un PIL atteso a +0,5% nel 2020 e +1% nel 2021.
Faranno meglio la
Francia, per la quale è attesa una crescita a +1,3% in entrambi gli anni, e la
Spagna, per la quale si attende un +1,7% nel 2020 e +1,6% nel 2021.
La BCE ha ancora qualche "munizione"Broyer ha parlato anche del lavoro svolto sinora dall'
Eurotower, indicando che "
non può restare ferma, con l'inflazione ancora troppo lontana dal target".
Sotto la guida della nuova presidente Christine Lagarde, si attende un
ulteriore taglio dei tassi che non avverrà presto, ma
dopo l'estate, quando le condizioni finanziarie saranno meno favorevoli. L'analista di S&P ha però notato che le
"munizioni" non sono tante e che la BCE tenderà a
"conservarle finché potrà".