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L'Italia è indietro per export di prodotti hi-tech

Secondo l’Osservatorio ENEA l'Italia presenta gravi ritardi a causa della scarsità di investimenti. Occorre puntare sulla tecnologia altrimenti il divario si allargherà non solo con l'Asia ma anche con l'Europa

Economia, Scienza e tecnologia
L'Italia è indietro per export di prodotti hi-tech
(Teleborsa) - Italia indietro nella classifica mondiale delle esportazioni di prodotti hi-tech. Il paese si colloca solo al 15° posto su una classica che include i 20 maggiori esportatori, con una quota di mercato poco sotto il 2%. È quanto emerge dallo studio “La competitività tecnologica dell’Italia a livello globale: una sfida ancora aperta” a cura dell’Osservatorio ENEA sull’Italia nella Competizione Tecnologica Internazionale pubblicato sulla rivista Energia Ambiente e Innovazione.

Il nostro paese in questo modo si trova dietro a player di minori dimensioni come Paesi Bassi (2,6%) e Belgio (2%) e lontanissimo da Germania (9,9%), Francia (5,3%) e Regno Unito (4%). A livello mondiale, il report evidenzia un’avanzata significativa della Cina, un consolidamento dell’area asiatica (che copre quasi metà del commercio del comparto) ed anche un forte arretramento degli Stati Uniti, con una quota che arriva a dimezzarsi, attestandosi su valori di poco inferiori al 10%.

L'Italia sconta l'effetto della crisi economica e della scarsa spesa per gli investimenti, che ha provocato un arretramento in quasi tutti i settori dell'hi-tech: la farmaceutica è scesa dal 6,5% al 4,5%, la chimica fine dal 3,8% al 3,2%, l’aerospazio dal 3,7% al 2,7%, mentre l’energia termomeccanica ed elettrica è rimasta stabile al 3,4%. L’unica eccezione positiva è l’automazione industriale che ha registrato un balzo in avanti dal 4,8% al 6,8%.

"La sfida non è ancora persa se verranno attuate politiche in grado di modificare la struttura del sistema produttivo, potenziando la filiera dell’hi-tech", sottolineano Daniela Palma e Gaetano Coletta, i ricercatori ENEA che hanno curato il report.

Secondo lo studio, un reale miglioramento della posizione competitiva dell’Italia nei mercati dell’high-tech potrà realizzarsi solo attraverso una ricomposizione dell’offerta produttiva, attualmente ancora troppo sbilanciata verso settori di tipo tradizionale, prevedendo interventi che rafforzino la presenza dell’industria nazionale nelle filiere dell’alta tecnologia.


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