(Teleborsa) -
Sentenza storica per Saipem, Eni e per gli ex manager delle due compagnie, relativa alla
presunta maxi tangente in Algeria.
La
Corte d'Appello di Milano
ha ribaltato la sentenza di primo grado di giudizio ed
assolto tutti i 10 imputati dall'accusa di corruzione internazionale per i fatti collegati ad alcune commesse risalenti al 2010. In particolare, la Corte ha confermato le assoluzioni di
Paolo Scaroni, della stessa
Eni, all'epoca controllante di Saipem, e dell''ex manager
Antonio Vella, ed ha
annullato le condanne per tutti gli altri imputati, inclusa
Saipem finita sotto processo ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa per reati commessi da propri dipendenti.
In primo grado erano stati condannati l'ex-presidente e amministratore delegato di Saipem,
Pietro Tali (4 anni e 9 mesi), l'ex direttore operativo
Pietro Varone (4 anni e 9 mesi), l'ex direttore finanziario
Alessandro Bernini (4 anni e 1 mese) e la stessa
Saipem, ai sensi della legge 231, al pagamento di una sanzione pecuniaria di 400 mila euro e alla confisca dei 197 milioni rappresentativi del valore della presunta tangente. Erano poi stati condannati l'ex-braccio destro del ministro per l'energia algerino,
Farid Nourredine Bedjaoui (5 anni e 5 mesi), il suo stretto collaboratore
Samyr Ouraied (4 anni e 1 mese) ed
Omar Habour a (4 anni e 1 mese), coinvolto nel riciclaggio della presunta tangente.
La revoca delle condanne è avvenuta con la formula
"perché il fatto non sussiste" ed è stata accompagnata anche dalla
revoca della confisca dei 197 milioni ai danni di Saipem.