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Il grande inganno



Evidentemente siamo tutti vittima di un grande inganno.
O, perlomeno siamo circondati da un gruppo di soggetti che, certamente per qualche misterioso tornaconto personale, hanno interesse a farci credere, a torto, che la situazione economica generale sia ancora fragile e che questa grande crisi, lungi dall'essere risolta, sia ancora a rischio di avvitamento.

Ad esempio è pessimista ed inutilmente allarmista il futuro presidente della BCE quando, solo per distrarci dai veri problemi, continua a lanciare moniti sui gravissimi rischi legati ad una ristrutturazione del debito della Grecia che potrebbe comportare "un rischio significativo di destabilizzare il sistema finanziario" e contagiare altri Stati membri già in difficoltà.

Null'altro che disfattisti, poi, tutti quegli economisti che, seriamente impensieriti dalla situazione degli USA, ci tormentano inutilmente per un debito pubblico fuori controllo ed un settore immobiliare ancora agonizzante con 6 milioni di famiglie pignorate entro il 2016 e 4 case su 10 in vendita per l'impossibilità di pagare i mutui: in fondo cosa importa a noi se la locomotiva americana non si riprende?

Ingannevoli e strumentali, poi, gli allarmi degli analisti che ci avvertono che sui mercati finanziari sta tornado il "risk appetite"e che è ripresa la caccia ai titoli spazzatura ed a collocamenti sempre più aggressivi pur di ottenere nuovamente rendimenti molto elevati.

Per non parlare poi dei dati dell'Istat, inattendibili e fuorvianti, che insistono nel rimarcare che la crescita in Italia è ancora troppo debole e che nel Sud non c'è crescita e della Confindustria, al solito pessimista e corporativa, che vaneggia affermando che, a livello di produzione industriale, l'Italia continua a perdere posizioni nel panorama mondiale.

Infine, senza dubbio fuori luogo e miopi le raccomandazioni della Commissione Europea che ci dicono con chiarezza che non siamo assolutamente nelle condizioni di abbassare la guardia sui conti pubblici, che dobbiamo continuare con una politica economica di massima prudenza e che ogni" lira" in più dovrà essere usata per la riduzione del deficit ed il rientro dal debito. Assurdo.

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