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L'augurio di una vita interessante


Una maledizione cinese, sottilmente mascherata da un beneaugurante, ma ironico, auspicio recita "Che tu possa vivere in tempi interessanti". Ecco, credo che si possa partire proprio da qui, da un punto che dovrebbe trovarci tutti d'accordo e cioè che oggi viviamo in tempi interessanti, in cui la crisi del capitalismo sembra caduta in uno stato di immobilismo permanente contaminando il declinante confort del sistema democratico occidentale, incapace di reagire per uscire dal torpore in cui è caduto e che mette a dura prova la resistenza e la capacità di sopravvivere al più drastico dei cambiamenti.

Eppure, nonostante questa traumatica percezione, il tumultuoso periodo in cui viviamo, sicuramente critico per l'economia e la politica in generale, potrebbe rappresentare più che una maledizione, forse una grande opportunità per tutti quegli uomini di buona volontà disposti a riprendersi le redini della propria esistenza e abbandonare l'effimero modello economico attuale, spesso sterilizzato della componente politica, che ha allucinato un' intera generazione ingannata dal meccanismo dell'indebitamento, quale unico sistema per far fronte alla scarsità di risorsa monetaria.

Questi "tempi interessanti", visti senza la lente deformante del pessimismo, ci dovrebbero permettere, quindi, di dare un senso al peccato originale del modello economico, erroneamente avallato e condiviso per decenni su dati di comodo e sul profitto a breve termine, ma che a lungo andare ha fatto danni incalcolabili e avvantaggiato esclusivamente le oligarchie finanziarie. La stessa globalizzazione, fatta passare per l'Eldorado, ha stravolto i cardini su cui dovrebbe poggiare una sana economia, sacrificando sull'altare della produttività e dell'efficienza finanziaria, l'occupazione e l'equità, che in una logica di economia aggregata sono divenuti degli optional.

I dati economici di tutti i giorni danno continue conferme che l’area della povertà e del disagio si stanno allargando, che le famiglie sono sempre più sotto pressione e che le istituzioni fanno fatica a garantire un diffuso livello di minimale benessere. Sarebbe, quindi, il caso di ripensare l'economia e riflettere su concetti come profitto, lavoro, tecnologia e innovazione e dare un senso nuovo all'imprenditorialità. Solo così passeremmo da una visione limitata e miope ad un grandangolare scenario da cui tutti possano trarre vantaggio e vivere davvero... in tempi interessanti.
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