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Il falò delle vanità

Si chiude l'epoca berlusconiana, anzi no!

Si chiude l’epoca Berlusconiana, anzi no, il Cavaliere ci ripensa e con una virata a 180° rimonta in sella e si riallinea ai nastri di partenza, entrando a gamba tesa nell'area di rigore del suo partito, il PDL. Un film già visto, nel 1993, quando il pericolo di un risultato elettorale esclusivamente perimetrato a destra e con infinite praterie a sinistra, lo dissuasero a scendere in campo per non rendere orfana tutta l’area moderata che aveva visto evaporare il partito di riferimento nel tritacarne di Tangentopoli.

Lo scenario politico che dovrebbe portare alla volata elettorale della prossima primavera e sfibrare fino alla rottura l’attuale esecutivo potrebbe essere proprio questo, Berlusconi che chiama la conta nel PDL per verificare chi resta al suo fianco e, se i numeri gli dessero torto con il PDL “spacchettato”, rifondare una nuova lista politica e lasciare la sua prima creatura al proprio destino. Tutto questo in 48 ore. D’altro canto il ripensamento di Berlusconi deriva anche dall’assenza di figure alternative a lui stesso che, nel corso di quest’ultimo ventennio, sono sempre state subalterne al Cavaliere e in condizioni di sudditanza politica rispetto all’azione Berlusconiana. Tutti "Yes Man" incapaci di appropriarsi in modo netto della leadership politica.

Il Cavaliere, dunque, sceglie di entrare in concorrenza con il ventre molle della protesta, quella viscerale, incarnata in bella copia da Grillo e, in brutta copia, da Maroni, Vendola e Di Pietro, ma per uno che ha reso scientifico l’approccio politico mediante i sondaggi d’opinione, magari, c’è un ampio margine di consenso, sicuramente stratificato, da recuperare e mettersi al servizio di un nuovo progetto liberale.

Ce ne è abbastanza per preoccuparsi? Vedremo, perché tutti gli sforzi dell’anno Montiano sarebbero sacrificati sull’altare delle vanità, proponendo la stessa minestra degli ultimi vent’anni senza nemmeno l’aggiunta di un pizzico di sale. Sarebbe persino molto semplice, spalancare le porte alla gente, per una ventata di aria pura e invece NO! Il ripensamento del Cavaliere ha improvvisamente cristallizzato l’azione riformatrice del suo partito, ha riprogrammato l’ora legale indietro di 20 anni, proprio quando era prossimo all’epilogo, riproponendo nella memoria degli uomini di buona volontà, il miglior film, mai titolato, della sua attività cinematografica.

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