Facebook Pixel
Milano 10:25
33.959,62 +0,05%
Nasdaq 18-mar
17.985,01 0,00%
Dow Jones 18-mar
38.790,43 +0,20%
Londra 10:25
7.717,9 -0,06%
Francoforte 10:25
17.966,91 +0,19%

Figli dei tempi

I protagonisti di questa generazione sono tutti figli dei tempi, corrotti o corruttibili.

In rapporto causa effetto i protagonisti di una generazione sono tutti figli dei tempi, per cui se la corruzione impera, più o meno invasivamente nel contesto globale, è indubbio che stiamo vivendo tempi corrotti, laddove l'etica è stratificata sotto il più duro ed utilitaristico tornaconto e lo scarso, se non quando totalmente assente, rispetto delle regole. In sintesi siamo tutti corrotti o corruttibili, in funzione del livello di galleggiamento dove le nostre branchie "pescano" ossigeno. E' chiaro?

Questo è l'inquietante scenario che sta emergendo dopo l'ennesimo arresto per corruzione, nella fattispecie del presidente di Finmeccanica, ma poco importa di chi o perché; rilevante è semmai prendere atto che il rispetto delle regole è ritenuto praticamente un ostacolo da aggirare richiamando il machiavellico concetto che il fine giustifica i mezzi, anche pagare o ricevere mazzette. Guardiamo il mondo di casa nostra, ma anche se filtrato dal ranking di Trasparency che vede l'Italia agli ultimi posti di una poco incoraggiante graduatoria, l'andazzo corruttivo è generalizzato e se c'è una classifica è fuor di dubbio che sia così. Tutti i paesi giocano il loro campionato della corruzione, ma poi ci si confronta a livello internazionale e là il gioco si fa duro; tutti si misurano l'uno contro l'altro e tutti, indistintamente, ammiccano e strizzano l'occhio alla tangente.

Ma siamo sicuri che poi la cultura della regola sia evaporata? E ancora, di quali regole stiamo parlando? Non sarebbe meglio parlare di normalizzazione di regole tacitamente intese? Di un nuovo contesto laicizzato, meno integralista, che si spoglia del vecchio modello giudicato improprio e troppo vincolante e senza scandalo ne assume uno nuovo, più adattivo, per sopravvivere? Dopo tutto sotto quest'ombrellone ci sono i destini e i posti di lavoro di esseri umani, da tutelare e difendere ad ogni costo; ci sono i conti da fare con la crisi economica, ci sono valori da perpetuare, per cui chi non lo farebbe? E' un pensiero provocatorio, ma proprio perché tale non nascondiamoci dietro all'ipocrisia, lo farebbero tutti in funzione del proprio livello di galleggiamento. Quindi coloro che si chiamano fuori, che si definiscono mondi e puri, lontani da questo modo di pensare e vedere il mondo, farebbero meglio a rivalutare il concetto e ad affrettarsi a mettersi in fila ai tornelli. La lista d'attesa per il nuovo mondo è già lunga ed è gratuita... almeno questo!

Altri Editoriali
```