(Teleborsa) - Rischia di diventare un caso diplomatico l'ingresso nella Palestina nell'UNESCO.
La Conferenza Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura ha infatti deciso, con 107 voti a favore, 14 contrari e 52 astenuti (tra cui l'Italia e la Gran Bretagna) di ammettere al suo interno, come 195° Stato Membro, la travagliata regione mediorientale. Che, come noto, non è ancora uno Stato riconosciuto.
Il via libera ha immediatamente suscitato il risentimento degli Stati Uniti e di Israele, che minacciano il taglio dei fondi destinati all'Organizzazione. Non poca cosa, quest'ultima, visto che gli USA da soli immettono nelle casse UNESCO circa un quinto delle sovvenzioni totali (si parla di 80 milioni di dollari l'anno).
Dagli Stase fanno sapere di non poter accettare tale ammissione in quanto "prematura", mentre la rappresentanza israeliana all'UNESCO ha definito la decisione "una tragedia" per l'Organizzazione e "un pessimo servizio al diritto internazionale", aggiungendo che l'UNESCO ha una visione "fantascientifica della realtà" in quanto ha accettato al suo interno uno "Stato inesistente".
E' la prima volta che la Palestina ottiene un riconoscimento da un'agenzia ONU. Si tratta di una vittoria simbolica ma molto importante, visto che il presidente palestinese Abu Mazen vorrebbe far ammettere il proprio Paese anche all'interno delle Nazioni Unite.