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Il Giappone pensa alle riforme. Il costo del debito fa paura

Economia
Il Giappone pensa alle riforme. Il costo del debito fa paura
(Teleborsa) - Anche il Giappone inizia a pensare alle riforme e paventa una "Europa 2.0", dopo la rapida ascesa del costo di finanziamento del debito pubblico. I rendimenti dei titoli di stato decennali (JGB) è balzato ieri sul secondario su un picco dell'1%, preoccupando non poco i mercati finanziari, che ora temono un aumento della speculazione sul debito giapponese, in stile Europa.

Il Governatore della Bank of Japan Haruiko Kuroda non ha saputo rispondere alle aspettative, affermando semplicemente che la stabilità del mercato obbligazionario è "estremamente desiderabile" e garantendo che le misure messe in campo dalla banca centrale non aumenteranno la volatilità dei tassi nel lungo periodo. Piuttosto, Kuroda ne ha fatto un problema di comunicazione e trasparenza.

Più lungimirante è apparso il Premier Shinzo Abe, colui che ha dato vita al risveglio del Giappone, sin dal momento della sua elezione avvenuto a fine 2012. Il capo del Governo ha affermato in Parlamento che le riforme ed il consolidamento fiscale saranno due elementi cruciali per evitare l'esplosione del costo del debito. Una ricetta molto simile a quella dell'Eurozona.

ABE, però, ha voluto commentare solo il rialzo segnato dai rendimenti dei bond dal 4 aprile, quando la Bank of Japan ha varato ambiziose misure di quantitative easing, ma non la recente impennata dei rendimenti, che ha voluto bollare come temporanea e dipendente anche da fattori esterni all'economia giapponese. Eppure, il crollo registrato ieri dalla Borsa di Tokyo è da imputare a questo fattore.

D'altronde, Abe non poteva mordersi la coda, poiché le politiche della Bank of Japan sono frutto di un suo disegno preordinato. Il Premier nipponico ha dunque confermato che la BOJ ha "creato maggiori opportunità" per i mercati finanziari, assicurando che "risponderà appropriatamente" ad ogni sviluppo di carattere finanziario.
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