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Processo Eternit, pena più severa per Schmidheiny in appello

Salute e benessere
Processo Eternit, pena più severa per Schmidheiny in appello
(Teleborsa) - Dovrà scontare 18 anni di reclusione per disastro doloso Stephan Schmidheiny, l'imprenditore elvetico imputato a Torino nel processo Eternit sulle vittime dell'amianto.

Lo ha deciso la Corte d'Appello, aumentando così la condanna di primo grado che aveva indicato una pena di 16 anni.

Il magnate svizzero, 66 anni, è l'unico imputato rimasto nel suddetto processo dopo il decesso del barone belga Louis De Cartier De Marchienne, morto a 92 anni il 21 maggio scorso.

Nel febbraio del 2012 Schmidheiny e De Cartier De Marchienne erano stati condannati a 16 anni con l'accusa di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche.

La Corte ha inoltre disposto un risarcimento di 30,9 milioni al Comune di Casale Monferrato, la città della provincia di Alessandria sede dello stabilimento Eternit più importante, dove il numero di vittime dell'amianto è stato più elevato rispetto ad altri impianti. In primo grado la somma ammontava a 25 milioni di euro.

Alla Regione Piemonte, che si era costituita parte civile, è stato invece riconosciuto un risarcimento di 20 milioni di euro.

Riconosciuti poi 100 mila euro per ogni sindacato ammesso come parte civile, 70 mila euro per le associazioni ambientaliste e 30 mila euro per i familiari delle vittime.
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