(Teleborsa) - Dopo la Cina anche l'India perde i colpi ed accusa il colpo di una recessione globale. La terza più grande economia asiatica dopo Cina e Giappone ha infatti visto crollare la produzione dell'1,6% a maggio, dopo il +2,3% del mese precedente e rispetto al +2% atteso dagli economisti.
A penalizzare la produzione hanno contribuito sia l'industria mineraria (-5,7%) sia quella manifatturiera (-2%), dove è in crisi anche il mercato dell'auto. Nel mese di giugno, infatti, le vendite di auto in India sono crollate del 9%. secondo i dati diffusi dalla Society of Automobile Manufacturers indiana. Brutte notizie anche per il trimestre che vede le immatricolazioni scivolare del 10% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
E mentre la lobby dei produttori di auto indiana non riesce a dare motivazioni del declino, c'è chi pensa che le vendite di auto siano state colpite dagli alti costi di proprietà e dal rallentamento della crescita economica. Una spiegazione ben radicata nella realtà dei fatti, dato che nell'ultimo trimestre chiuso a marzo, l'economia indiana è cresciuta solo del 4,8% da una crescita media dell'8-9% segnato negli anni scorsi.
Anche la bilancia commerciale a giugno chiude in deficit per 736 miliardi, dopo il disavanzo di 850 miliardi registrato il mese precedente.
Oggi anche la Cina ha dovuto rettificare, per la seconda volta quest'anno, le stime di crescita, portandole al 7% dal 7,5% indicato in precedenza e rispetto al 7,7% segnalato inizialmente.